Della Vedova choc: insiste sulla cannabis anche dopo il 16enne suicida
I paladini della cannabis libera e legale non hanno davvero ritegno nella loro “crociata” antiproibizionista. Non si fermano davanti a nulla e non hanno rispetto per i sentimenti di un’opinione pubblica scossa per il suicidio del 16enne di Lavagna a causa dell’ashish e per l’accorato appello della madre del povero ragazzo, che ha invitato i giovani a dire no allo sballo da droga.
Tant’è che il senatore e sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, promotore dell’intergruppo Cannabis Legale, non ha trovato niente di meglio da fare, pur in questi giorni di lutto, che scrivere ai presidenti delle Commissioni Giustizia e Affari Sociali della Camera, Donatella Ferranti e Mario Marazziti, e ai capigruppo a Montecitorio di Pd, Si-Sel e M5S, Ettore Rosato, Arturo Scotto e Andrea Cecconi, per chiedere un incontro al fine di sbloccare l’iter della proposta di legge per la legalizzazione della cannabis e dei suoi derivati.
«Il progetto di legge per la legalizzazione dei derivati della cannabis – si legge nella missiva – è pendente dalla fine di luglio del 2015 presso le commissioni riunite Giustizia e Affari sociali della Camera dei deputati, dove è ritornato dopo la discussione generale in Aula. In seguito alla fase, lunghissima, delle audizioni non è stato esaminato e discusso non dico un articolo, ma neppure un emendamento al testo. La sintesi è che quella che, con ogni probabilità, è la proposta di legge di iniziativa parlamentare con il maggior numero di sottoscrittori (221 deputati) è stata parcheggiata su di un binario morto». E lì e bene che rimanga.