Brexit, il fronte pro-Ue non si arrende e arruola un nuovo lobbista: Tony Blair
Non importa che abbiano perso al referendum e che il governo in carica sostenga l’uscita dall’Ue, il fronte anti-Brexit non si arrende e chiama un lobbista d’eccezione per sovvertire l’esito del voto: Tony Blair. L’ex premier, che da quando ha dismesso i panni istituzionali di fatto si è dedicato principalmente all’attività di portatore di questo o quell’interesse, ha fatto il suo esordio nel nuovo incarico durante un convegno promosso dal gruppo Open Britain, quello che ha sostenuto il perdente “Stay” al referendum.
Per Blair al referendum ha vinto l’ignoranza
Secondo l’ex premier, al referendum «la gente ha votato senza conoscere i veri termini della Brexit», ma «una volta che questi sono divenuti chiari, è nel pieno diritto di cambiare idea». E la sua «missione» è proprio quella di spingere i britannici a «sollevarsi» e cambiare idea. «La nostra sfida sarà quella di esporre il costo effettivo dell’uscita dall’Ue, per mostrare come la decisione di votare per la Brexit sia stata basata su una conoscenza imperfetta dei termini della questione», ha spiegato Blair, anticipando i contenuti della campagna di cui sarà “testimonial”. L’obiettivo, ha detto, sarà «far capire in modo semplice cosa accadrà adesso, evidenziando i danni reali al Paese e ai suoi cittadini e trovare il consenso per individuare un modo di sottrarsi – ha sostenuto – a questa folle corsa verso l’abisso».
L’attacco al governo May
Una battaglia per la quale l’ex premier sembra deciso a usare tutte le armi possibili, compresa quella di denigrare il governo in carica. E, già dal suo esordio, Blair ha chiarito che intende andarci giù pesante, definendo la politica del governo May «un’accozzaglia di contraddizioni». «Non governano questa situazione», ha sostenuto l’ex premier, affermando che «non stanno guidando il bus, sono guidati» e definendo «surreale» la «situazione in cui si trova il Paese».