Avviso di garanzia a Fini. Ecco su che cosa indaga la Procura di Roma
Gianfranco Fini è stato raggiunto da un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta che ha portato al sequestro di beni per 5 milioni alla famiglia della moglie, Elisabetta Tulliani. A ventiquattr’ore dalla notizia, i media si sbizzarriscono in ricostruzioni e interpretazioni della vicenda che vede nuovamente sulla scena l’ex presidente di Alleanza nazionale.
L’inchiesta e gli arresti
L’iscrizione nel registro degli indagati di Fini scaturisce dalle perquisizioni a carico di Sergio e Giancarlo Tulliani (cognato e genero dell’ex presidente della Camera) eseguite a dicembre 2016, per fatti che risalgono al 2008. Gli accertamenti bancari e finanziari sui rapporti intestati alla famiglia Tulliani avrebbero portato alla luce ipotesi di reato di riciclaggio, reimpiego e autoriciclaggio. Un giro di affari di 7 milioni di euro. Oggetto di queste vorticose operazioni, tra l’altro, sono stati i 2,4, milioni di euro, direttamente ricevuti da Francesco Corallo e, successivamente, trasferiti da Sergio Tulliani ai figli Giancarlo ed Elisabetta per essere reimpiegati in acquisizioni immobiliari a Roma e provincia. L’indagine ha portato, lo scorso 13 dicembre, all’arresto di Francesco Corallo, il boss delle slot machine, Rudolf Theodoor, Anna Baetsen, Alessandro La Monica, Arturo Vespignani e Amedeo Laboccetta ritenuti i capi di un’associazione a delinquere a carattere transnazionale, dedita ai reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Laboccetta è stato scarcerato dopo pochi giorni. Secondo il Servizio centrale investigativo della Gdf la presunta associazione a delinquere riciclava in tutto il mondo i proventi illegali del gioco d’azzardo. Il profitto illecito dell’associazione, una volta depurato, sarebbe stato impiegato da Corallo in attività economiche e finanziarie, nonché in acquisizioni immobiliari. Secondo l’ipotesi accusatoria, parte di questi fondi sarebbero stati destinati anche ai Tulliani. Francesco Corallo è figlio di Gaetano, condannato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione in occasione della gara per l’aggiudicazione dell’affidamento in concessione della gestione del casinò di Campione d’Italia e considerato vicino alla mafia siciliana di Nitto Santapaola. Secondo gli inquirenti Fini avrebbe stretto legami con Corallo prima di conoscere Elisabetta Tulliani.
Fini: non ho nulla da temere
Fini ha risposto a caldo sottolineando di avere piena fiducia nei giudici: «L’avviso di garanzia è un atto dovuto. Su questa storia, oggi come ieri, non ho nulla da temere. Ho piena fiducia nell’operato della magistratura». Ma ha anche osservato che la ormai arcinota “storia” sulla casa di Montecarlo non c’entra nulla con questo filone di indagini: «Credo che dentro ci sia anche la storia della casa di Montecarlo, anche se non si capisce bene come abbiano fatto a mettercela dentro…».