Usa, accuse a Fiat: trucca le emissioni come Volskwagen. E il titolo crolla

12 Gen 2017 18:42 - di Paolo Lami

Fca come Volkswagen. Avrebbe truffato Stati e consumatori con un software per truccare le emissioni delle sue auto diesel.
E’ gravissima l’accusa che l’Epa, la United States Environmental Protection Agency, cioè l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente statunitense lancia contro la Fiat Chrysler Automobiles.

Secondo l’Epa, infatti, che ha denunciato pubblicamente la faccenda, l’azienda guidata da Sergio Marchionne e dal presidente John Elkann, ha violato le norme sulle emissioni dei veicoli prodotti.

Su 104mila veicoli diesel venduti negli Stati Uniti, fra Grand CherokeeDodge Ram modelli anno 2014-2016, infatti, secondo l’organismo governativo statunitense che vigila sulla protezione ambientale, sarebbe stato installato un software che permetteva di modificare i livelli di emissioni.

L’Epa ha emesso oggi un avviso di violazione al gruppo Fca per «presunte violazioni del Clean Air Act». I modelli dei veicoli coinvolti, sottolinea Epa, sono quelli del 2014, 2015 e 2016 Jeep Grand Cherokee e i camion Dodge Ram 1500 con motori diesel 3.0 litri venduti negli Stati Uniti.

«Il software, non dichiarato, evidenziava livelli di emissioni di ossidi di azoto (Nox) inferiori a quelli reali», accusa l’Epa. Che sta lavorando in coordinamento con il Carb, California Air Resources Board, il quale ha, a sua volta, emesso un avviso di violazione a Fca. Epa e Carb, ora, hanno entrambe avviato delle inchieste sulla base di presunte azioni di Fca.

«E’ una grave violazione della legge non dichiarare un software che modifica le emissioni in un motore che può provocare un inquinamento nocivo dell’aria che respiriamo – avverte Cynthia Giles dell’Epa – Continuiamo ad indagare sulla natura e sull’impatto di questi dispositivi. Tutte le case automobilistiche devono giocare con le stesse regole, e noi continueremo a considerare responsabili le aziende che vogliono avere un vantaggio competitivo comportandosi in modo sleale e illegale».

«Ancora una volta – aggiunge durissima Mary D. Nichols del Carb – una grande casa automobilistica ha deciso di aggirare le regole ed è stata scoperta».

Immediato il tonfo a Piazza Affari di Fiat Chrysler Automobiles dopo le contestazione dell’Epa e del Carb. Il titolo del gruppo, dopo una sospensione al ribasso, ha ceduto il 13,28 per cento a 9,08 euro fino a chiudere gli scambi con un calo del 16,14 per cento a 8,78 euro.

Replica Fca all’Epa: i veicoli diesel rispettano le normative. Fca Us si dice «contrariata dal fatto che l’Epa abbia scelto di emettere una “notice of violation” in merito alla tecnologia di controllo delle emissioni impiegata nei motori diesel leggeri da 3.0 litri, modelli 2014-2016, della società» e, appellandosi a Trump, ribadisce l’intenzione di «collaborare con l’amministrazione subentrante per presentare i propri argomenti e risolvere la questione in modo corretto ed equo, rassicurando l’Epa ed i clienti di Fca Us sul fatto che i veicoli diesel della società rispettano tutte le normative applicabili».

Fca, sottolinea invece l’Epa, nonostante il Clean Air Act imponga alle case automobilistiche di dimostrare che i loro prodotti soddisfino gli standard di emissione previsti dalla legge, «non ha rivelato l’esistenza di alcuni dispositivi di controllo delle emissioni ausiliari durante il processo di certificazione per i modelli 2014, 2015 e 2016 Jeep Grand Cherokee e per i camion Dodge Ram 1500, pur essendo consapevoli del fatto che una tale divulgazione era obbligatoria. Omettendo di rivelare la presenza di questo software e i modelli dei veicoli che lo contenevano Fca ha violato importanti
disposizioni del Clean Air Act».

Fca, sottolinea Epa, che fa sapere di stare «anche esaminando se i dispositivi di controllo delle emissioni costituiscono “impianti di manipolazione“,
che sono illegali», «può essere ritenuta responsabile» e subire le sanzioni previste.

La società, replica Fca, accusando sostanzialmente l’organismo governativo statunitense di non capire come funzionano le tecnologie Fca «ha speso mesi nel fornire una mole di informazioni all’Epa e ad altre autorità governative. E in diverse occasioni ha cercato di spiegare le proprie tecnologie di controllo delle emissioni ai rappresentanti dell’Epa» proponendo «diverse iniziative per risolvere le preoccupazioni dell’Epa, incluso lo sviluppo di estese modifiche del software delle proprie strategie di controllo, che potrebbero essere immediatamente applicate nei veicoli in questione, per ulteriormente migliorarne le prestazioni in termini di emissioni».

Poi la mano tesa del gruppo guidato da Marchionne e Elkann a Epa: «Fca Us auspica fortemente di poter avere quanto prima la possibilità di incontrare l’Enforcement Division dell’Epa e rappresentanti della nuova amministrazione, per dimostrare che le strategie di controllo di Fca sono giustificate e pertanto non costituiscono “defeat devices” (dispositivi di manipolazione, ndr) in base alla normativa applicabile e risolvere prontamente la questione».

Proprio pochi giorni fa la Volkswagen , accusata di aver utilizzato un software sulle sue auto per truccare le emissioni, era riuscita a chiudere un accordo con gli Usa mettendo sul piatto 4,3 miliardi di dollari. Toccherà ora a Marchionne mettersi le mani in tasca?

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