Statali, giro di vite sui “furbetti del week end”: licenziamenti più rapidi
Nuove misure per i furbetti del cartellino e del weekend: chi è colto in fragranza rischia ora il licenziamento sprint, con sospensione in 48 ore e uscita in 30 giorni. E’ questa una delle maggiori novità della stretta in arrivo con il decreto di riforma del testo unico del pubblico impiego pronto per approdare sul tavolo del Consiglio dei ministri. Il provvedimento, ricorda ‘Studio Cataldi’, al quale sta lavorando a ritmi serrati il ministero della Pubblica amministrazione, e che dovrebbe essere presentato entro metà febbraio, è chiamato ad attuare la riforma Madia sulle nuove regole per gli statali, oltre che a preparare il terreno per le trattative sui contratti. Insomma, chi cerca in maniera anomala e ripetuta di “attrezzarsi” il fine settimana sarà attenzionato in modo più stretto.
Si ammalano di venerdì o di lunedì
Ai fenomeni di assenteismo anomalo tra gli Statali e cioè sia ai furbetti del cartellino, sia a quelli del fine settimana, che si ammalano cioè sempre di venerdì o di lunedì sarà dedicato un maggiore focus. Si tratta di fenomeni nei cui confronti non sussistono strumenti di contrasto ad hoc e che troveranno spazio nel decreto attuativo (oltre che nell’accordo sui rinnovi contrattuali tra sindacati e governo che impegna le parti a contrastare l’assenteismo). Le procedure si estenderanno a tutte le condotte punibili con il licenziamento e colte in flagranza. E cioè oltre alle assenze ingiustificate, anche alle violazioni gravi e reiterati dei codici di comportamento; alla ripetuta valutazione negativa; ai falsi documentali; ecc. I procedimenti disciplinari veloci saranno applicati anche ai dirigenti nel caso di mancato esercizio, per dolo o colpa grave, dell’azione disciplinare. Si ridurranno, infine, i termini per i procedimenti disciplinari ordinari, passando così da 120 a 90 giorni.
Statali, i procedimenti disciplinari
Il decreto interviene anche sul rapporto tra leggi e contratti, sancendo il principio secondo il quale questi ultimi potranno derogare le prime (fatta eccezione per il testo unico). La riforma ribadisce che per gli statali continuerà ad applicarsi l’articolo 18 (in sostanza, la reintegrazione nel posto di lavoro a seguito di licenziamento illegittimo) ma con qualche correttivo. Tra questi, ad esempio, il fatto che i ‘vizi formali’ non faranno decadere l’azione disciplinare e in presenza di ‘prove schiaccianti’ nel giudizio penale, la P.A. potrà proseguire il giudizio disciplinare nei confronti del dipendente senza dover attendere la fine del processo. Inoltre, se il giudice annulla il licenziamento per violazione del principio di proporzionalità (ossia per eccesso della sanzione irrogata), il procedimento disciplinare potrà riattivarsi entro 60 giorni.