«Se mio figlio è morto faccio una strage»: la rabbia del papà di Stefano (video)

24 Gen 2017 14:01 - di Augusta Cesari

«Se Stefano è morto faccio una strage». Sfoga così la sua rabbia Alessio Feniello, il papà del 28enne disperso nelle macerie dell’hotel Rigopiano. Una vicenda straziante e allucinante la sua. Già ieri, dopo aver parlato con Francesca Bronzi, la fidanzata di suo figlio, aveva esternato tutta la sua rabbia per la gestione dell’emergenza. “I morti sono stati uccisi”, ha urlato ai microfoni dei giornalisti, mettendo in stato di accusa chi non era riuscito a salvare i morti e i dispersi.

Errore imperdonabile: il figlio è stato dato per vivo

La fidanzata di suo figlio, infatti, gli ha spiegato di essere stata a fianco del ragazzo per molto tempo,  finché ha retto la batteria del suo cellulare. A far scattare la rabbia di Alessio Feniello è stato un errore della Protezione Civile nel comunicare l’elenco dei superstiti. Stefano sarebbe finito nella lista dei miracolati per errore, quando invece ancora lottava tra la vita e la morte sotto la coltre di neve.  Lo leggiamo sul Messaggero. Papà Alessio lo urla tutta la sua disperazione nel corso di un incontro con la Protezione civile e con gli altri familiari, lasciando tutti impietriti. «La sua famiglia è stata vittima di un corto circuito mediatico: un nome, quello di Stefano, gettato lì nell’elenco dei superstiti; un abbraccio con lui mai avvenuto e «scuse» che (di fatto) non sono state mai veramente fatte alla sua famiglia.
«Il papà del 28enne parla di «arroganza e prepotenza» delle Istituzioni, quelle che, poco dopo la «falsa comunicazione» sanno solo dirgli: «È vero solo ciò che vi diciamo noi, tutto il resto sono c….». Quindi ripete: «Arroganza senza umanità verso un padre che ha il figlio sotto le macerie». E così sfoga l’ansia degli ultimi tre giorni, quelli trascorsi in attesa di una comunicazione che non è mai arrivata. «Quelli che sono morti sono stati uccisi e quelli che ancora non trovano sono stati sequestrati contro la propria volontà, perché volevano ripartire e avevano già fatto le valigie», continua a ripetere Alessio Feniello. Pesanti le accuse. «Francesca era con Stefano. Lo ha detto ai soccorritori ma in quel buco nessuno è entrato…hanno chiesto a lei di avvicinarsi». Dimessa ieri mattina dall’ospedale di Pescara, la ragazza è ora a casa sua. Con l’angoscia nel cuore. Al suocero ha raccontato che in albergo gli avevano detto di restare nella stanza con il camino. Lei e Stefano erano seduti sul divano quando, all’improvviso, sono stati travolti. Si tenevano per mano, poi le loro mani sono separate dalla violenza della slavina che ha trascinato tutto via. Ma lei è sicura di essere stata tutto il tempo vicino a Stefano. «Con la luce del telefonino, finché la batteria ha retto, ho illuminato il braccio di Stefano – ha ricordato la ragazza – Vedevo solo il suo braccio. Si lamentava, lo chiamavo ma non rispondeva. Poi non l’ho sentito più neanche lamentarsi».

 

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *