Roma, Befana triste senza bancarelle. Alemanno: «Colpa anche di Marino»

6 Gen 2017 18:33 - di Redazione

Da almeno un secolo era il simbolo della magia della festa dell’Epifania. Non solo per i romani ma per tutti quegli italiani che, almeno una volta nella loro vita, hanno passeggiato per Piazza Navona la vigilia del 6 gennaio. Ci volevano i grillini, ci voleva la giunta Raggi per cancellare una Befana romana fatta di bancarelle e di commercio ambulante lunga cento anni e sostituirla con una rappresentazione triste della festività più attesa dai bambini, che fa il paio con la cancellazione del concerto di fine anno e addirittura il tris con il “no” ad ospitare nella capitale le Olimpiadi del 2024. Nella Città Eterna, di veramente eterno, sembra esserci solo la quaresima a oltranza imposta dal nuovo corso grillino.

Befana in Piazza Navona senza ambulanti

Ma c’è anche chi, come l’ex-sindaco Gianni Alemanno, propone una chiave di lettura meno scontata della Befana triste e del grigiore capitolino, le cui responsabilità – sostiene – andrebbero addossate anche a chi, come Ignazio Marino, il predecessore in quota Pd della Raggi, ha inferto più di un colpo al commercio romano. E non solo. Tutti ancora ricordano inorriditi la sostituzione del trimillenario S.P.Q.R nel simbolo di Roma con un incomprensibile e provincialissimo “RoMe & you“. Roba da ridere se non ci fosse da piangere.

Alemanno: «Roma desertificata da chi odia il commercio»

Ma torniamo ad Alemanno: «Oggi – ha scritto in una nota – tutti piangono per la triste fine della Befana a Piazza Navona. Ma è troppo facile scaricare tutte le colpe sulla Raggi e sull’inefficienza della sua amministrazione. La desertificazione di questo storico evento romano parte dalla demonizzazione del commercio ambulante lanciata dalla sinistra e da molti giornalisti e intellettuali amanti delle piazze deserte».  In merito alle responsabilità dell’attuale situazione, Alemanno ha pochi dubbi: «Furono Ignazio Marino e il Primo Municipio a cominciare a far saltare la presenza delle bancarelle e dei pittori a Piazza Navona, senza riuscire ad offrire nessuna alternativa credibile e sconfessandolo persino i risultati dei bandi da loro stessi fatti. Chi odia gli ambulanti e ama le piazze deserte senza tavolini e bancarelle – ha concluso Alemanno – oggi può esse contento: la desertificazione è compiuta».

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