Praga, respinto il ricorso di una somala a cui era stato proibito il velo

29 Gen 2017 19:03 - di Guglielmo Gatti

Sentenza storica nella Repubblica ceca: per la prima volta in Europa un tribunale ha respinto il ricorso per discriminazione, presentato da una donna somala contro il divieto dì portare il velo islamico al lavoro, divieto impostole dalla scuola per infermieri che frequenta: è il primo caso nel suo genere nell’Unione Europea. La notizia è stata riportata da diversi media fra cui Al Jazeera. La studentessa Ayan Nuur ha fatto ricorso quando la scuola le ha proibito di portare il velo durante le lezioni. La preside dell’istituto, Ivanka Kohoutova, aveva inoltre obiettato che il velo, oltre a mostrare solo il viso, contravveniva alle regole di igiene e sicurezza osservate dalla scuola. Nella sentenza del tribunale di Praga si legge: “La causa che la ricorrente ha avviato, chiedendo scuse uffìciali e un risarcimento (di 2.200 euro) è respinta”.

Il tribunale di Praga ha rigettato le pretese della donna

In aula era presente un gruppo dì donne in appoggio al divieto di velo nella scuola, visto come strumento di sottomissione della donna, e anche un gruppo di musulmani, che appoggiava invece la causa di Ayan Nuur. In Europa non vi sono leggi omogenee su velo, burka e altro. La Francia, a causa dell’altissimo numero di musulmani presenti nel Paese, fu il primo Stato che mise di fatto il bando, nel 2011, all’uso del burka e similari, vietando “la dissimulazione del volto nei luoghi pubblici”. C’è anche una sanzione per chi obblighi una donna a coprirsi completamente. In Belgio c’è il divieto di coprirsi il volto, ma si rischia solo una multa. In Olanda la legge era in via di promulgazione ma con l’avvicendamento del governo non è andata in porto. In Germania sono i vari laender a stabilire questi divieti, mentre nel Regno Unito non c’è alcuna proibizione del genere, anche se le scuole e le università possono adottare un codice di comportamento per quanto riguarda l’abbigliamento.

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