L’Osservatore Romano con sgomento: «Trump non si ferma»

28 Gen 2017 13:33 - di Redazione

«Trump non si ferma». Lo sottolinea con sgomento l’Osservatore Romano in un servizio nel quale riferisce  delle decisioni del presidente americano. In particolare, parlando della firma dei decreti esecutivi con i quali Trump intende  limitare l’immigrazione da alcuni paesi, il quotidiano d’Oltretevere
ricorda che «è stato bloccato per 120 giorni il programma che  prevedeva l’ingresso di rifugiati negli Stati Uniti, programma varato  da Barack Obama. L’ingresso sarà sospeso per i cittadini provenienti  da sette paesi a maggioranza musulmana: Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen».

Il quotidiano d’Oltretevere registra anche l’intervento dell’Onu che  «ha chiesto agli Usa di mantenere la lunga tradizione di accoglienza e protezione nei confronti di coloro che fuggono dai conflitti». Sul  tema, il quotidiano della Santa Sede, registra anche le parole del  presidente iraniano, Hassan Rohani, che ha dichiarato: «Questo è tempo di riconciliazione e convivenza, non di erigere muri tra le nazioni».

«Un riferimento indiretto – annota l’Osservatore Romano  – al controverso progetto, lanciato da Trump nei giorni scorsi, di  completare e rafforzare la barriera al confine tra Stati Uniti e  Messico. Dopo una serie di dichiarazioni, ieri Trump e il presidente  messicano, Enrique Pena Nieto, hanno avuto un lungo colloquio telefonico. Al termine, la Casa Bianca ha emesso una nota nella quale sottolinea che i due leader ‘concordano di dover lavorare insieme  nell’ambito di un vasto dialogo su tutti gli aspetti delle relazioni bilaterali».

I primi  effetti dell’ordine esecutivo firmato da Trump si fanno comunque già sentire : le autorità  egiziane hanno impedito a cinque cittadini iracheni ed uno yemenita –  già in possesso del visto di ingresso per entrare negli Stati Uniti –  di imbarcarsi oggi per New York. I sei erano arrivati al Cairo dove  avrebbero dovuto prendere un volo delle linee aeree egiziane con  destinazione l’aeroporto JF Kennedy a New York.

 

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