Bocchino: «Salvatore è stato più di un amico. È stato un fratello maggiore»
Nelle ore dell’addio a Salvatore Tatarella, arrivano le prime reazioni di cordoglio per la sua prematura scomparsa arrivata dopo mesi di lotta al male incurabile che lo ha prematuramente portato via. Pensieri di affetto personale e di gratitudine politica per la sua sua partecipazione attiva e per l’imòortante contributo dato destra italiana e ai suoi percorsi degli ultimi trent’anni.
Bocchino: Salvatore, un amico esempio di garbo e coerenza
«Sono particolarmente colpito dall’improvvisa scomparsa di Salvatore Tatarella, per me un grande amico, quasi un fratello maggiore con cui ho condiviso decenni di vita politica e familiare. Solo ieri sera ci eravamo sentiti, per definire i dettagli di un incontro che, insieme a Ignazio La Russa, avremmo dovuto avere con lui giovedì prossimo a Bari. Ci aspettava, e organizzava, in nome di una forza d’animo e di una propositività che ha contraddistinto anche questi ultimi periodi della sua vita, impiegati a lottare strenuamente contro un male incurabile a cui, oggi, ha dovuto arrendersi. Deciso ad arrivare sempre fino in fondo, ma con una gentilezza pari alla sua determinazione, Salvatore Tatarella è stato un grande politico eppure, paradossalmente, essendo stato comunque “etichettato” sempre come fratello di un “gigante”, non è arrivato a tutti. Almeno, non a tutti quelli che, come me, hanno avuto la fortuna di comprendere e apprezzare a fondo le sue qualità politiche e le sue doti umane. Un uomo, un marito e un padre eccezionale, Salvatore, di cui non dimenticherò mai garbo e capacità persuasive uniche. Un politico che, da missino convinto, ha espugnato la città comunista di Cerignola: primo sindaco non di sinistra del posto, capace di interrompere il dominio “rosso” locale, e che è stato anche vicesindaco di Bari e consigliere regionale della Puglia: insomma, un grande protagonista della storia politica pugliese, e non solo.