Milano, studentessa di Chimica morta di meningite: è la seconda in 4 mesi

1 Dic 2016 15:00 - di Guglielmo Federici
ospedale acido

Sono state sottoposta e a profilassi precauzionale 120 persone per la morte di meningite di una studentessa di Chimica della Statale di Milano avvenuta all’Ospedale Niguarda. A confermarlo è l’ATS Metropolitana, che sottolinea come non ci sia alcun allarme per la popolazione. Lo scorso luglio era deceduta un’altra ragazza, sempre per meningite, che frequentava lo stesso laboratorio universitario. Secondo gli esperti dell’ATS, però, tra i due casi non ci sarebbe alcun nesso: gli specialisti stanno comunque analizzando i campioni di meningite delle due ragazze. 

Menigite, un altro caso nello stesso laboratorio

“Non c’è alcun allarme meningite a Milano”: spiega Giorgio Ciconali, responsabile dell’Igiene Pubblica della Ats Metropolitana. La meningite, spiega Ciconali, “è purtroppo una malattia che ogni tanto si ripresenta, per fortuna con numeri relativamente bassi. E’ ovvia la preoccupazione nelle persone quando il decesso avviene in una ragazza di 24 anni, e pochi mesi dopo che un’altra ragazza, che lavorava nello stesso laboratorio dell’Università Statale di Milano, era deceduta per la stessa causa. Ma si tratta di un fatto abbastanza eccezionale, che ha stupito anche noi: al momento, comunque, non ci sono elementi per legare i due casi”. In queste ore, gli esperti dell’Ats sono alla Facoltà di Chimica della Statale, dove la ragazza lavorava, “per parlare studenti e fare loro la profilassi. Sono state raggiunte in tutto 150 persone: alcune erano già andate spontaneamente in farmacia per richiederla, o al Pronto Soccorso dell’Ospedale Niguarda; per 80 persone l’abbiamo somministrata direttamente noi”. Per circa 30 persone, inoltre, non è stato necessario fare alcuna profilassi contro la meningite, “perché parlando con loro – conclude Ciconali – abbiamo stabilito che non avevano avuto una frequentazione stretta o contatti prolungati con la ragazza, e quindi per loro non era necessaria alcuna cura”. 

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