In Italia aprono bar e ristoranti a raffica. Ma pochi resistono alla crisi

29 Dic 2016 11:02 - di Giulia Melodia

La verità della matematica percentuale affermata a suon di riscontri e confronti non lascia grandi margini al dubbio, e conferma che il nostro è un Paese di santi, navigatori, poeti e… ristoratori. O almeno è quanto emerge dalla fotografia scattata da Unioncamere-Infocamere sui dati del Registro delle imprese italiane tra il 31 dicembre 2011 e il 31 dicembre 2015 che confermano, a suon di numeri e di rilevazioni sul territorio, il boom di bar e ristoranti. Un successo netto, limitato nel tempo però: in base all’indagine di mercato, infatti, 3 locali su 4 sono destinati a chiudere ad appena 5 anni dalla nascita. 

È boom di ristoranti e bar in Italia

Dunque, su un idelae diagramma dell’andamento socio-economico di bar e ristoranti e del Belpaese ascissa e ordinata parlano chiaro: in cinque anni se ne contano quasi il 10% in più e a Roma, Milano e Napoli si concentra il numero maggiore di queste attività. Ma se sono sempre di più gli imprenditori pronti a scommettere sui piaceri della cucina e di una buona tazza di caffè, solo in pochi riescono a tenere in piedi la propria attività a 5 anni dalla nascita: in base al report di Unioncamere-Infocamere realizzato sui dati del Registro delle Imprese italiane e relativo all’arco di tempo che va dal 31 dicembre 2011 al 31 dicembre 2015, infatti, tre su quattro hanno abbassato la saracinesca e oltre il 45% non è riuscita a resistere al terzo anno di vita. Alla fine dello scorso anno si contavano 367.000 attività, tra ristoranti (197.000 imprese) e caffetterie (170.000), sparse sul territorio nazionale, in crescita di oltre 31.000 unità rispetto a cinque anni prima.

Il report di Unioncamere-Infocamere nel dettaglio

Non solo: dai dati emergono anche differenze qualitative e quantitative tra città e tra regioni. A Milano, Napoli, Roma e Firenze i livelli di mortalità delle attività iscritte nel 2011 sono inferiori alla media nazionale, sia per bar che per attività di ristorazione. In particolare le attività di ristorazione più vitali si trovano nel capoluogo toscano dove il 57% di queste risulta ancora sul mercato anche dopo i fatidici 5 anni. Mentre i bar sembrano avere vita più facile soprattutto nella capitale d’Italia, dove il 49% degli esercizi arriva a superare la prova del lustro di vita. A livello regionale, invece, è la Lombardia a registrare al 31 dicembre 2015 il numero più alto in Italia di bar e ristoranti (rispettivamente 27.679 e 29.285), seguita dal Lazio (22.430 ristoranti e 17.925 bar) e dalla Campania (17.754 attività di ristorazione e 15.145 bar). Ma in termini relativi nell’ultimo quinquennio è la Sicilia ad aver messo a segno la crescita più marcata (+15%, trainata dal settore della ristorazione +16%), seguita dalla Campania (+14% , con una punta del +15% per i bar) e dall’Umbria (+12%, spinta dai bar +13% ). Insomma, tra iperboli e parabole discendenti, c’è comunque di che brindare: al bar o al ristorante, s’intende…

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