Taranto, nuovo allarme: aumentate del 30 per cento le malattie del sangue

7 Nov 2016 11:03 - di Paolo Sturaro

All’inquinamento del petrolchimico si somma quello agricolo di pesticidi e fertilizzanti. L’emergenza sanitaria e ambientale a Taranto si arricchisce di un nuovo capitolo dopo i dati diffusi dagli specialisti della Rete ematologica pugliese che hanno incontrato a Martina Franca, nel tarantino, i pazienti ematologici della regione. «Il 30% di malattie del sangue in più: tanto pesa a Taranto il fattore ambientale. Questa tossicità globale fa impennare la prevalenza di tumori e malattie del sangue».

Gli agenti tossici nella provincia di Taranto

«L’esposizione protratta agli erbicidi e ad altri agenti tossici largamente impiegati in agricoltura nella nostra provincia – ha precisato il dott. Patrizio Mazza, direttore di Ematologia all’ospedale Moscati di Taranto – ha un impatto estremamente dannoso sulla salute di una popolazione già esposta agli agenti inquinanti dell’industria petrolchimica. Le mutazioni geniche indotte sono all’origine del sensibile aumento dei casi di linfomi e delle altre malattie ematologiche, inclusa la mielofibrosi. Già secondo i dati del registro 2006-2010 la prevalenza è più elevata del 30% rispetto alla media nazionale. Ma negli ultimi cinque anni la situazione potrebbe essersi addirittura aggravata». Nei giorni scorsi lo studio epidemiologico aveva evidenziato un aumento della mortalità, rispettivamente, del 4% e del 9%, per esposizioni a polveri sottili (Pm10) e anidride solforosa (So2), e un eccesso di ricoveri per patologie respiratorie tra i bambini residenti nei quartieri Tamburi (+24%) e Paolo VI (+26). Secondo il rapporto «a maggiori livelli produttivi dell’Ilva corrispondono dati di mortalità e di morbilità».

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