Sisma, la Chiesa del miracolo di San Francesco rischia di crollare
Nel 1215, in viaggio nelle Marche, San Francesco si fermò a Pievebovigliana (Macerata), dove si stava costruendo una sua chiesa. Gli operai erano stanchi, e per rinfrescarli il santo tramutò l’acqua del pozzo del convento in vino. Questo narra la tradizione. Oggi che il campanile della chiesa di San Francesco (nella foto quando era integro) è in parte crollato con il terremoto del 30 ottobre, il sindaco Sandro Luciani accusa: «Nessuno si è degnato di venire a vedere, e quel che resta della torre campanaria rischia di schiantarsi sopra l’abside, con gli affreschi del XIII secolo, e su un’abitazione privata ancora indenne. Dobbiamo sperare in un altro miracolo del Poverello?».
Il sindaco di Pievebovigliana: nessun controllo sulla chiesa di San Francessco
Luciani ha 500 concittadini sfollati negli hotel della costa, e danni “enormi” all’intero patrimonio monumentale e artistico del Comune. «Per San Francesco – spiega – siamo in attesa di lavori di consolidamento dal 1997. È un monumento vincolato, non so se con il nuovo decreto potremo intervenire direttamente, ma in questi giorni ho chiesto più volte un sopralluogo dei Gts, i Gruppi tecnici di sostegno, e non è venuto nessuno». I Gts sono stati creati per supportare i sindaci dei comuni colpiti dal sisma nella valutazione delle misure urgenti per mettere in sicurezza gli edifici. Sono composti da un tecnico dei vigili del fuoco, uno designato dal Comune e un tecnico individuato dalla Funzione Censimento danni e Verifiche Agibilità post-evento della Direzione di Comando e Controllo, la Dicomac, più un rappresentante del ministero dei Beni culturali. «Tutti totalmente assenti – lamenta Luciani – Il decreto mi è arrivato oggi, devo capire se posso rivolgermi direttamente io ad una ditta specializzata: non vogliamo perdere le nostre chiese, la nostra storia». Il Dl, pubblicato venerdì in Gazzetta Ufficiale, stabilisce che agli interventi sul patrimonio artistico danneggiato si applica il Codice degli appalti, e per i lavori sotto i 40mila euro si può procedere senza gara, dunque si vedrà. Oltre a San Francesco, che conserva un ciclo di affreschi sulla vita del santo databili fra il XIII e il XV secolo, il terremoto ha lesionato la Chiesa di Santa Maria Assunta, «sono andati distrutti arredi del 500 e un organo settecentesco. Mentre a San Flaviano di Roccamaia è crollata parte del tetto, e servono urgentemente teloni per salvare decine di dipinti». Crolli anche a San Sebastiano di Frontino: «Sta per venire giù pure il campanile». «Non lasciateci soli, aiutateci…», è l’appello del sindaco, che nel frattempo si prepara a chiedere moduli abitativi «per almeno 96 abitanti». «Il 21 novembre riapro le scuole, la materna, le elementari e le medie. Domenica vado dai miei sfollati a Porto Sant’Elpidio, spero che qualcuno voglia tornare. Se aspettiamo un anno per le casette, il paese muore».