Sembra quasi alla fine la battaglia di Mosul: fiaccata la resistenza dell’Isis

4 Nov 2016 13:26 - di Giovanni Trotta

Le forze speciali irachene rendono noto di aver iniziato l’assalto ai quartieri più urbani di Mosul, partendo dalla parte est. Il tenente colonnello Muhanad al-Timimi afferma che l’avanzata è iniziata con attacchi di artiglieria e di mortaio sui distretti di Aden, Tahrir e Quds. L’Isis sta combattendo per mantenere la seconda città dell’Iraq, mentre l’esercito iracheno e le truppe alleate curde avanzano sulla città con il supporto della coalizione a guida Usa. Continuano intensi i combattimenti all’estrema periferia orientale di Mosul, dove le forze governative irachene cercano di avanzare ma i jihadisti dell’Isis oppongono una strenua resistenza, con l’impiego anche di autobomba. Il comandante delle forze anti-terrorismo, generale Abdul Ghani al Asaadi, afferma che i suoi uomini hanno riconquistato il piccolo quartiere di Samaha nel tentativo rafforzare il controllo del più grande distretto di Gogjali, dove sono entrati mercoledì. Ma ha ammesso che i jihadisti continuano a rispondere al fuoco. Un inviato della televisione curda Rudaw afferma che i miliziani dell’Isis sono ancora attestati a 300 metri dalle linee governative. L’agenzia Ap, intanto, riferisce che, di fronte a questa resistenza, le forze governative stanno cercando di aprire un secondo fronte a nord-est di Mosul puntando verso i quartieri di Tahrir e Zahara. Il generale iracheno Maan Zaed Ibrahim, alto ufficiale della Golden Division, unità d’elite delle forze armate, ha detto alla televisione curda Rudaw che l’esercito iracheno spera di prendere il controllo della parte est della città in pochi giorni.

A Mosul si combatte da mesi

E poche ore fa dopo quasi un anno il Califfo torna a far sentire la sua voce per incitare i suoi uomini trincerati a Mosul a resistere all’offensiva delle forze lealiste. Ma le parole di Abu Bakr al Baghdadi, il capo dell’Isis, risuonano come una dichiarazione di guerra al mondo intero: dagli ebrei ai “crociati”, agli sciiti che, afferma, vogliono impadronirsi di tutto l’Iraq. E invita i jihadisti a compiere anche attacchi contro Paesi sunniti considerati nemici, l’Arabia Saudita e la Turchia. Soltanto dopo potrà essere iniziato l’attacco ai quartieri centrali, ad ovest del fiume Tigri. Nel frattempo rimane alta la tensione tra Baghdad e la Turchia, che insiste per partecipare all’offensiva su Mosul e nei giorni scorsi ha schierato alla frontiera carri armati e pezzi di artiglieria. Oggi l’aviazione di Ankara ha compiuto bombardamenti nel nord dell’Iraq su basi dei miliziani curdi del Pkk, che si battono per l’indipendenza dal governo centrale turco. Intanto si apprende che una trentina di miliziani dell’Isis hanno compiuto un’incursione oggi nella città di Shirqat, cento chilometri a sud di Mosul, si sono barricati in una moschea e hanno attaccato un centro delle forze di sicurezza, prima di essere sopraffatti. Lo ha detto il sindaco, Ali Dodah, aggiungendo che 15 jihadisti sono stati uccisi dalle forze di sicurezza e i loro corpi sono stati appesi nelle strade. I jihadisti hanno ucciso una persona e ne hanno ferite altre sette. L’attacco, sottolinea il sindaco, sembra avere lo scopo di dimostrare che l’Isis è ancora forte e capace di combattere, mentre prosegue la battaglia per Mosul. L’azione sembra quindi avere lo stesso fine di quella, su ben più vasta scala, compiuta il mese scorso a Kirkuk, dove furono uccisi decine di civili e 76 miliziani jihadisti, secondo un bilancio ufficiale. Shirqat, che per oltre due anni era stata controllata dallo Stato islamico, è stata riconquistata dalle truppe governative solo alla fine dello scorso settembre. Dodah ha detto che i miliziani jihadisti sono arrivati nel centro della città a bordo di imbarcazioni che hanno attraversato il fiume Tigri. Poi si sono barricati in una moschea da dove hanno usato gli altoparlanti per diffondere un messaggio in cui dicevano che l’Isis sopravviverà. Infine hanno attaccato una sede della sicurezza, ma la polizia e le milizie della Mobilitazione popolare hanno reagito, uccidendone 15 e mettendo gli altri in fuga.

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