Sospeso il giudice tributario “che era in confidenza” con Stefano Ricucci
Il Tribunale del Riesame di Roma, accogliendo una istanza della Procura, ha disposto nei confronti di Nicola Russo, magistrato tributario, la misura cautelare della sospensione da Consigliere di Stato e da componente della commissione tributaria regionale del Lazio per 12 mesi. Russo è indagato per rivelazione del segreto di ufficio nell’indagine che il 20 luglio scorso ha portato all’arresto di Stefano Ricucci, accusato di un giro di false fatturazioni milionarie assieme ad un altro imprenditore, Mirko Coppola. Nei confronti di Russo i pm di piazzale Clodio avevano sollecitato l’interdizione, poi respinta dal gip, sostenendo che nella veste di relatore della Commissione tributaria regionale avesse emesso una sentenza a favore della Magiste Real Estate Property, riconducibile a Ricucci, ribaltando la decisione di primo grado, nella controversia che opponeva questa società all’Agenzia delle Entrate. La decisione della Commissione consentiva all’immobiliarista di incassare un indebito profitto patrimoniale e cioè una plusvalenza di 19 milioni di euro pari alla differenza tra il milione speso per riacquistare dalla procedura concorsuale il credito Iva da 20 milioni che era detenuto a titolo di garanzia da un istituto di credito tedesco. Nelle motivazioni, il Riesame afferma che gli accertamenti di polizia giudiziaria hanno messo in luce “una confidenza tra il giudice e il finanziere“, che nel corso degli anni “hanno condiviso tavoli di ristorante e comuni amicizie, essendo di tutta evidenza, come argomenta il pm, che ‘un magistrato si fa accompagnare in albergo con la sua amante/meretrice soltanto da una persona con la quale ha uno stretto legame di fiducia e con la quale può condividere (o condivide) un segreto, essendo evidente il rischio di esporsi a ricatti e/o indebite pressioni da parte di chi sia a conoscenza di una tale frequentazione”. Per i giudici del Riesame il fatto che “Russo, nonostante il rapporto personale con la parte privata interessata nella vertenza con l’Agenzia delle Entrate, non abbia doverosamente presentato dichiarazione di astensione, dà corpo all’ipotesi che lo stesso abbia voluto conservare il posto nel collegio proprio per favorire l’amico Ricucci rivelandogli anticipatamente il contenuto della decisione”.