Nazionale, Ventura si affida ai giovani. Ma la sua panchina è già a rischio

10 Ott 2016 18:27 - di Domenico Labra

Dopo le magre figure rimediate in campo, Giampiero Ventura spera adesso siano i giovani a dare una sterzata alla nostra Nazionale di calcio. E perciò pare ci sarà tanta gioventù nell’Italia che sta disegnando. Tanti talenti già noti e già attenzionati nei piani del ct. E altri ce ne saranno ancora. La panchina di Ventura scotta già e perciò il ricambio generazionale è uno degli obiettivi del commissario tecnico. Fedele alla sua filosofia di calcio a Skopje, contro la Macedonia, ha schierato ben sei ”giovani” dal primo minuto: Romagnoli (classe 1995), Verratti (1992), Bernardeschi (1994), Belotti (1993), De Sciglio (1992) e Immobile (1990). I risultati sono stati ben poca cosa. Abbiamo balbettato per più di un’ora rischiando di perdere. E l’abbiamo svangata all’ultimo, più per stanchezza dei nostri mediocri avversari che per qualità mostrate dai nostri. La squadra ancora non gira. Non ha né un’anima né una filosofia di gioco definita. Eppure Ventura insisterà coi giovani. Soprattutto coi nati negli anni Novanta pronti a prendersi l’azzurro in pianta stabile anche con l’aiuto dei ”senatori”, Gianluigi Buffon in testa, diviso a metà tra il ruolo di ”chioccia” e quello di estremo difensore: ”Buffon vuole arrivare ai Mondiali – sottolineava nel post partita di Skopje Ventura – E’ al 50 per cento portiere e al 50 per cento personalità quello che rappresenta. Il passaggio deve essere graduale. I giovani devono lavorare per diventare loro dei punti di riferimento. Non esiste al mondo cambio generazionale senza lavoro. Bisogna dare tempo a questi ragazzi di diventare quello che sono gli altri”. La vittoria di ieri, al netto degli errori e delle amnesie, porta la firma della coppia Belotti-Immobile, 48 anni in due. Se Verratti, definito un ”capitale” del calcio italiano, alterna prestazioni di personalità a qualche svarione di troppo, in prospettiva grandi speranze vengono riposte in Bernardeschi che ieri sera sottolineava ”l’orgoglio e il carattere” della squadra azzurra pronta a migliorarsi e crescere ”grazie all’esperienza dei senatori. Loro ci hanno guidato ed è a loro che i giovani devono aggrapparsi”. Vedremo se, ai prossimi appuntamenti, qualcosa migliorerà. Nel gioco e nelle volontà dei nostri calcatori. Certo è che l’impegno dovrà essere massimo: nel girone passa direttamente solo la prima. E per adesso la Spagna ha dimostrato di essere la più forte.

 

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