Rischi reali e psicosi, fobia terrorismo dalla Turchia a Marsiglia: ecco perché
Attacchi sventati e psicosi da agguato imminente: dalla Turchia alla Francia il grido di paura è uno solo e rimanda all’allarme terrorismo. Sventato o semplicemente temuto. E allora, se a Diyarbakir, nel sudest turco, quintali di esplosivo nascosti fra le tombe di un cimitero erano indirizzati a uccidere il vicecapo del partito di governo mentre andava a rendere omaggio alla tomba di sua madre, a Marsiglia, nella tormentata Francia, a ridosso del fallito attacco con un’autobomba nei pressi di Notre-Dame de Paris, un’altra auto con due bombole a gas è stata ritrovata e ha allarmato gli investigatiri della città e l’antiterrorismo. Per fortuna, però, in entrambi i casi, tutto è andato per il meglio.
Terrorismo, attentato sventato al cimitero di Diyarbakir (Turchia)
E allora, l’attentato che la polizia turca ha sventato a Diyarbakir, nel sudest del paese, a maggioranza curda, è stato rivelato dal quotidiano britannico Guardian sul suo sito. Bersaglio dell’attacco doveva essere il vicecapo del partito di maggioranza Ak Mehdi Eker, originario della città e di etnia curda. Il governatorato di Diyarbakir ha reso noto che sono stati trovati 640 chili di esplosivo in cinque diversi punti del cimitero del distretto di Bismil, vicino alla tomba della madre di Eker. Il politico doveva recarsi questa mattina (domenica 11 settembre ndr) nel cimitero, per la sua visita annuale in occasione della festa islamica del Sacrificio. Insieme a lui ci sarebbero state un centinaio di persone. “Era un piano per un vero massacro“, ha detto Eker all’emittente Ntv, aggiungendo che andrà comunque alla tomba. Le autorità non hanno precisato chi potrebbe essere il responsabile del tentato attacco. La regione di Diyarbakir è da anni teatro degli attentati del Pkk, il partito separatista curdo, da tre decenni in guerra con Ankara. Non solo: Eker di recente ha guidato una delegazione di parlamentari turchi negli Stati Uniti per chiedere l’estradizione di Fetullah Gulen, l’imam accusato dal presidente Erdogan di essere il mandante del tentato golpe del 15 luglio.
Terrorismo, a Marsiglia trovata un’auto con due bombole a gas
Francia senza tregua: la psicosi terrorismo è alle stelle. A pochi giorni dal fallito attacco con un’autobomba nei pressi di Notre-Dame de Paris un’altra auto con due bombole a gas è stata ritrovata a Marsiglia contribuendo a riaccendere la paura di un nuovo devastante attacco alla vigilia dell’11 settembre. Secondo quanto riferito dalla Provence.com, la vettura con le due bombole è stata scoperta nella notte tra sabato 10 e domenica 11 settembre nei pressi di una sinagoga. Sul posto sono subito giunti gli artificieri e nella zona è stato rapidamente eretto un perimetro di sicurezza. Per il prefetto di polizia di Bouches-du-Rhone, Laurent Nunez, il veicolo è un’utilitaria che non risulta rubata. A metà giornata, l’alto funzionario ha confermato la presenza delle bombole di gas ma ha detto che “non è stato ritrovato alcun innesco”. “Non è il caso di fare paralleli con l’auto ritrovata domenica scorsa in prossimità di Notre-Dame”: scrive LaProvence.com citando lo stesso Nunez, dopo il ritrovamento dell’auto sospetta nei pressi del quarto arrondissement della città francese. Ogni parallelo con il caso di Parigi, dunque, è fuori luogo. Gli artificieri confermano e l’allarme è rientrato. Verifiche sono in corso per individuare il proprietario del veicolo.
Paura anche a Pau: bombola a gas davanti alla prefettura
Ma oggi la paura di un nuovo attacco ha riguardato anche Pau, nel dipartimento dei Pyrénées-Atlantiques, dove una bombola di gas è stata ritrovata in un cestino situato davanti alla prefettura. Dopo l’inquietante scoperta, nella mattinata di ieri, la polizia ha chiesto l’intervento degli artificieri di Bayonne. Accurate analisi hanno permesso di accertare che il contenitore di colore rosa conteneva elio, senza alcun rischio di esplosione. E comunque è stato immediatamente rimosso dalle forze dell’ordine. L’indagine aperta dalle autorità francesi si baserà anche sulle immagini della videosorveglianza. Come a Marsiglia anche a Pau la situazione è tornata alla normalità e il perimetro di sicurezza intorno alla zona dell’allarme è stato tolto.
Terrorismo, aleggia lo spettro delle jihadiste di Notre Dame
Ma tra psicosi e rischi sventati, lo spettro delle tre jihadiste fermate a Parigi e pronte a colpire aleggia pesantemente su tutta la Francia. A tre giorni dall’arresto del commando al femminile, pronto a colpire la Gare de Lyon e altre stazioni dell’Ile-de-France dopo il fallito attacco a Notre Dame, il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, ha tracciato un primo bilancio della lotta al terrore. “Sono 293 le persone arrestate in Francia dall’inizio dell’anno in ambienti terroristici”, ha detto, aggiungendo: “Tante filiere smantelliamo, tanti attentati evitiamo”. L’operazione che ha portato agli arresti tra martedì e giovedì delle jihadiste che stavano progettando nuovi attentati è riuscita perché, ha precisato il ministro, “i servizi di informazione e la polizia per tutte la giornata si sono scambiati informazioni” in quella che ha definito “una corsa contro il tempo”. Nella Francia colpita da tre stragi di massa in 18 mesi il clima è pesante e la tensione resta alta. In un’audizione a porte chiuse, lo scorso 24 maggio, Patrick Calvar, direttore generale della Dgsi, i servizi per la sicurezza interna, si era detto “persuaso” che l’Isis “passerà alla fase delle autobomba”. L’ennesima cupa previsione prevede anche l’uso di “ordigni esplosivi”. Secondo l’ex giudice antiterrorismo, Marc Trévidic, in Francia “l’anno sarà spaventoso fino alle elezioni presidenziali” della prossima primavera. “Per l’Isis – ha commentato in una recente intervista alla Rtbf – la tentazione di concentrarsi sulla Francia in vista del voto sarà troppo grande”.