Orrori dal mondo: Usa, raccoglitrici di marijuana stuprate in serie. E in India…

10 Set 2016 13:18 - di Martino Della Costa

Orrori dal mondo, una mappa della violenza cieca e della brutalità quotidiana inflitte a donne indifese, quella che arriva dagli Usa all’India, attraverso episodi di sopraffazione e abusi che lasciano sgomenti. E allora, dai racconti del terrore che si annida nelle piantagioni di marijuana in California, fino all’ennesimo caso di stupro perpetrato in ospedale ai danni di una giovane affetta dal virus dengue – con tutto l’immancabile corollario di complicità palesi e omertà latenti – i media denunciano, una volta di più, il livello continuamente in crescita dell’aberrazione umana.

Orrori dal mondo: California, raccoglitrici di marijuana stuprate e schiavizzate

E allora, si parte dalle contee del Triangolo di Smeraldo nel nord del Golden State, dove la coltivazione dell’ “erba”, legale o no, rappresenta un grosso business, e che sono anche teatro segreto di stupri, abusi sessuali e traffico di persone che raramente finisce a rendere conto davanti alla giustizia. Nonostante ciò, però, fortunatamente, la denuncia del Center for Investigative Reporting pubblicata da Reveal – la piattaforma multimediale dell’organizzazione – rilanciata dal Marshall Project – il sito dell’ex direttore del New York Times Bill Keller – ha colpito nel segno e nel cuore del problema delle iniquità/superficialità del sistema giudiziario americano. Humboldt, Trinity, e Mendocino sono l’epicentro della crisi. Si trovano qui le più vaste – seppure in gran parte clandestine – coltivazioni di marijuana degli Stati Uniti. Ed è in queste tre contee che donne e ragazze venute a lavorare come operatrici stagionali diventano regolarmente preda di sfruttatori e stupratori, mentre le forze dell’ordine guardano dall’altra parte. L’anno scorso le vendite di marijuana nella sola California erano state valutate a 2,7 miliardi di dollari, che dovrebbero esplodere a 6,4 miliardi nel 2020 se l’“erba” dovesse venire legalizzata a scopi ricreativi, come potrebbe succedere attraverso un referendum questo novembre. Legale o no, questo tipo di droga è comunque un grosso business che attrae intere ed eterogenee legioni di giovani – studenti di college, artisti, hippy, vagabondi – in cerca di lavoro nei mesi della raccolta tra giugno a novembre. Ma in questo business, come noto, sono i maschi a fare da padroni, così come sono le donne i soggetti preferiti per questo tipo di lavoro, per la loro maggiore destrezza manuale. Peccato però che l’illegalità non si limiti alla droga e al business sottotraccia ad essa connesso: mesi di inchiesta del Center for Investigative Reporting hanno infatti messo in luce come la natura clandestina delle piantagioni abbia alimentato una vera e propria epidemia di sfruttamento e di abusi. Decine di donne sono venute allo scoperto denunciando di aver dovuto subire atti sessuali per essere pagate, di aver dovuto raccogliere l’erba in topless per ottenere un aumento, di esser state messe sotto metanfetamine per accelerare il raccolto. Aggredite, picchiate, violentate e, persino, tenute prigioniere come schiave del sesso.

Orrori dal mondo: India, giovane malata di dengue violentata in ospedale

E in uncerto senso è stata prigioniera della malattia e vittima di un medico e di un giovane addetto alle pulizie di un rinomato ospedale privato dello Stato indiano di Gujarat, la giovane paziente ricoverata nel pronto soccorso con una forma acuta di dengue – virus di cui sono responsabili le zanzare Aedes Aegypti – e violentata dai due dipendenti del nosomcomio, spregevoli figure senza scrupoli e senza pietà, oggi arrestati dalle autorità locali. A riferire dell’increscioso episodio di abuso e crudeltà è stata l’agenzia di stampa Pti che, nel riferire l’accaduto, entra nel dettaglio dell’orrore raccontando come la polizia di Gandhinagr, località dove si trova una sede del gruppo degli ospedali Apollo, ha indicato che l’aggressione alla giovane di 21 anni è avvenuta nella notte fra sabato e domenica scorsi. Il dottor Ramesh Chauhan e l’addetto alle pulizie Chandrakant Vankar, si è appreso da fonti investigative, sono stati arrestati giovedì, dopo che un esame ha confermato la violenza carnale e dopo che la vittima ha formalmente riconosciuto i responsabili dell’atto. Un’inchiesta avviata dopo la presentazione della denuncia il 7 settembre ha permesso di accertare che la giovane è stata trasferita dopo il ricovero nel pronto soccorso in una zona chiusa ai non addetti ai lavori. Qui è stata fortemente sedata e violentata dai due imputati, aggiungengendosi così alla lunga e drammatica schiera di donne (e bambine) violentate in India nei luoghi più impensabili.

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