Da Mani Pulite al buonismo: Gherardo Colombo contro le pene più dure

21 Set 2016 9:18 - di Roberto Mariotti

Bastian contrario. L’opinione pubblica chiede che i delinquenti condannati devono restare a lungo in carcere e protesta per le sentenze troppo “buoniste”? E lui, Gherardo Colombo, ex pm di Mani Pulite, irrompe e dice il contrario. A suo giudizio, «non serve a nulla alzare le pene».

Gherardo Colombo contro quella che definisce «repressione»

«La repressione, con l’aumento delle pene, non è lo strumento idoneo a fare in modo che le persone osservino le regole. Le regole si osservano per condivisione. E’ necessario operare sul piano educativo e preventivo in modo che si riesca a capire che quando le regole sono giuste devono essere osservate», sostiene Gherardo Colombo, che in un’intervista al Dubbio si esprime anche a favore delle misure alternative al carcere (bisognerebbe ricorrervi «molto, e molto di più»). Sorprende la posizione sulla carcerazione preventiva,  quella che creò un mare di polemiche proprio durante la stagione di Mani Pulite. L’ex pm si esprime per un uso cauto («è una eccezione, visto che toglie la libertà personale a chi ancora non è stato condannato. Bisogna stare molto attenti»). A proposito invece degli emendamenti alla riforma della prescrizione presentati da Felice Casson, Gherardo Colombo osserva tra l’altro: «Sarebbe necessario che alcuni effetti non possano mai diventare definitivi: cioè se io costruisco un immobile in un luogo in cui è vietato, da adesso e per sempre quell’immobile deve essere abbattuto. Però questo è un piano diverso rispetto a quello della responsabilità personale che, secondo me, ad un certo punto, per qualsiasi reato, dovrebbe finire. E mi riferisco anche ai reati che oggi sono imprescrittibili». Al referendum costituzionale infine, l’ex magistrato spiega che voterà «un no convinto. La Costituzione deve illustrare in maniera sintetica dei principi. Invito tutti a leggere il testo vigente e il testo modificato che si vorrebbe approvare. Da articoli di poche righe si è passati ad articoli di intere pagine, dei lenzuoli. Si vuol far diventare la Costituzione una legge “sovraordinata”. Ma la Costituzione è un’altra cosa», conclude Gherardo Colombo.

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