I terroristi dell’Isis pronti a colpire la diga di Mosul. Soldati italiani a rischio

7 Set 2016 17:49 - di

Un «warning specifico e dettagliato» tiene in stato di massima allerta gli italiani in Iraq. Lo afferma il sito Wikilao che, citando fonti di intelligence, sottolinea che «l’Isis si prepara a colpire la diga di Mosul, alla cui difesa contribuiscono centinaia di militari inviati da Roma. Nello scenario iracheno il più grosso attacco mai concepito dal Califfato». Secondo quanto riferiscono le fonti a Wikilao, sito che si occupa di questioni di intelligence e sicurezza, nei piani dell’autoproclamato Stato Islamico non c’è un singolo attentato ma «un attacco in grande stile, su cui si lavora da mesi. La macchina dell’operazione è ormai avviata», aggiungono le fonti, sebbene venga condotta in segretezza dagli uomini del Califfato, evidentemente intenzionati a sfruttare al massimo l’effetto-sorpresa. Nessun proclama sul web, dunque, esattamente come avviene alla vigilia degli attacchi più spettacolari del sedicente Stato Islamico. Ci sarebbero però molti movimenti sul terreno, sottolinea ancora Wikilao. «Movimenti che hanno tradito i miliziani, permettendo all’intelligence di sapere molto su quanto in preparazione». Consapevoli della protezione eretta attorno alla diga, una infrastruttura strategica del Paese per rimodernare la quale è stata chiamata una ditta italiana – i militari italiani presenti sul posto sono circa 500 e una novantina i civili – «i leader dell’Isis hanno deciso di costituire un esercito vero e proprio, formato da circa duecento elementi, sparpagliati in diversi villaggi (Zanazil e Zarnuq fra di essi) dopo un raduno nei pressi delle alture di Badush, ad una quindicina di chilometri da Mosul».

La diga di Mosul è difesa dagli italiani

Si tratta, scrive il sito, di «un contingente multinazionale formato da gente con passaporti francesi, russi, libici e tunisini; tunisino è anche Saleh Bin Ahmed al-Harbi, ritenuto l’organizzatore dell’attacco, che ha messo alla testa dei miliziani un uomo chiamato Abdel Aziz Hussein al-Mashadani. Per la missione sono stati arruolati cecchini e combattenti esperti, ai quali aprirebbe il campo un avamposto di kamikaze, una dozzina di ceceni». Sempre secondo Wikilao, «la potenza di fuoco di cui dispongono le forze in questione (dotate di una trentina di veicoli) è notevole. Si parla – oltre che di auto e moto già imbottite di esplosivo – di pezzi di artiglieria da 122 e 130 millimetri, in grado di colpire obiettivi distanti fino a venti chilometri e perfino di missili, che sarebbero stati nascosti in alcuni camion-frigorifero». L’operazione, chiamata Gazwat al-Mawt (Conquista della morte), sarebbe stata ordinata nei mesi scorsi direttamente da Abu Bakr al-Baghdadi, che attraverso la diga di Mosul potrebbe provocare la più grave strage della breve ma già sanguinossima storia del suo Califfato. In realtà, la notizia appare poco più che una bufala: innanzitutto per la pretesa “segretezza” delle notizia, che invece sono tutte trapelate; in secondo luogo per l’esiguità delle forze dell’Isis, che non potrebbero mai attaccare con successo la postazione difensiva italiana sulla diga, che è molto ben organizzata. Ci vuole di più che qualche reduce dalla Cecenia, per impensierirci…

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