La Francia fa dietrofront: chiuse le prime venti moschee e stop al buonismo
Finalmente la Francia si decide a prendere dei provvedimenti contro il terrorismo islamico. Il governo socialista, sempre più sotto accusa per le vistose falle nella sicurezza, sia a Nizza sia a Rouen, inizia a prendere qualche timida iniziativa, soprattutto dopo le pressioni da parte del Front National di Marine Le Pen e dell’Ump di Nicolas Sarkozy, che ha formulato una serie di proposte per contrastare il terrorismo islamico, bollate ovviamente dalla sinistra come incostituzionali. Il ministro francese dell’Interno socialista francese, Bernard Cazeneuve, ha annunciato oggi che una ventina di moschee e sale di preghiera sono state chiuse in questi ultimi mesi, nel quadro della lotta all’Islam radicale. «Ce ne saranno altre», ha aggiunto il ministro dell’Interno, dopo aver ricevuto Anouar Kbibech, il presidente del consiglio francese del culto musulmano (Cfcm). Cazeneuve ha anche spiegato che 80 provvedimenti di espulsione sono stato adottati e dieci sono in corso d’esame.
La Francia chiede anche finanziamenti più trasparenti
Durante l’incontro è stato inoltre precisato che un piano globale verrà presentato il prossimo ottobre per la formazione obbligatoria degli Imam e un finanziamento più trasparente del culto musulmano. Allo studio anche misure contro la radicalizzazione con l’elaborazione di un contro-discorso all’ideologia jihadista da parte di un consiglio teologico del Cfcm. «In Francia non c’è posto per chi predica l’odio nelle moschee o nelle sale di preghiera», ha detto ancora il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, nell’incontro con il presidente del Consiglio francese del culto musulmano, Anouar Kbibech, che tra l’altro è lo stesso organismo che nei giorni scorsi ha invitato i musulmani di Francia ad andare a messa ieri per rendere omaggio a padre Jacques Hamel.