Hijhab per le dipendenti musulmane: la banca Westpac cede al buonismo
Una scelta destinata a provocare polemiche e che si adegua al buonismo radical chic. La banca Westpac, una delle “quattro grandi” in Australia, ha incaricato la nota stilista italo-australiana Carla Zampatti di disegnare un hijhab aziendale, che copra i capelli, il corpo e le braccia ma lasci scoperto il viso, per espandere la gamma di uniformi e tener conto delle necessità delle dipendenti musulmane.
Sull’uniforme il logo Westpac
Il modello di Zampatti, che entrerà nella prossima collezione di uniformi, includerà il logo Westpac ed è parte della dichiarata politica aziendale volta a promuovere diversità e inclusione sul lavoro. «Come parte del nostro nuovo guardaroba aziendale, avremo un hijhab blu navy con un logo Westpac nero che si combina perfettamente col resto dell’uniforme», ha detto una portavoce della banca. «E’ un altro modo di mostrare sostegno ai dipendenti e assicurare che si sentano perfettamente a loro agio sul lavoro». Tarik Houchar, direttore della compagnia australiana Hijhab House, ha elogiato la Westpac per l’iniziativa «di includere con stile l’hijhab nell’uniforme, considerando che tale copricapo combinato con le uniformi aziendali è di solito trasandato e abbinato male», ha detto. «Vi potranno essere reazioni negative, ma la gente deve capire che non deve essere temuto o male interpretato. La Westpac vuole che la sua squadra abbia un aspetto più coeso».