Vigile di Pescara timbrava il cartellino, poi andava a pesca e al videopoker
Timbrava il cartellino, ma poi invece di indossare la divisa di vigile urbano e occuparsi di controllo ambientale, andava a spasso sul lungomare, a pesca con gli amici o a giocare ai videopoker. Per due mesi le Fiamme Gialle lo hanno pedinato scoprendo che risultava in servizio dal lunedì al sabato, secondo i tabulati, ma in realtà non lavorava affatto, a fronte di uno stipendio base mensile di 1.600 euro. E’ finito così agli arresti domiciliari per assenteismo un 61enne maresciallo della Polizia municipale di Pescara. Seguto e pedinato (come mostra la foto scattata dalle Fiamme Gialle di Pescara mentre era sulla sua barchetta) ora dovrà rispondere del suo operato.
Vigile prendeva 1.600 euro per non lavorare
I finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Pescara hanno notificato un’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Chieti Luca De Ninis per i reati di truffa pluriaggravata, commessa in danno di ente pubblico e con abuso dei poteri, e violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione. Durante i pedinamenti i finanzieri hanno scoperto che il maresciallo non timbrava nella sede del Comando di Polizia municipale, come previsto, ma in altre strutture comunali. Il Vigile andava a timbrare il badge personale nel palazzetto dello sport di via Elettra o presso lo stabile dell’ex Aurum. “L’attività di polizia giudiziaria svolta – si legge in una nota della Guardia di Finanza – ha posto fine al danno economico sofferto dall’Ente Locale derivante dal difetto di prestazione lavorativa del proprio dipendente, e al conseguente danno, in termini di maggiori costi per i servizi pubblici, arrecato al cittadino”.