Si è svegliato anche Rutelli: “Gli immigrati? Sono troppi. Così é il caos”

13 Lug 2016 7:48 - di Redazione

Un super ministro per l’integrazione e l’immigrazione. E poi regolare l’accoglienza, perché l’Europa non può sobbarcarsi milioni di persone senza scoppiare. Francesco Rutelli, già sindaco di Roma e leader della Margherita, conosce bene il tema integrazione. «Dobbiamo partire dai numeri. Nel 2000 gli immigrati erano il 2,5% della popolazione, oggi circa il 9%. Sono gli squilibri che portano alle fratture», spiega a QN.

Nel 2000 gli immigrati erano il 2,5% della popolazione, oggi circa il 9%

Come cataloga l’omicidio del giovane rifugiato nigeriano? «La vicenda è una punta estrema, ma Fermo non è razzista. Credo che l’esasperazione dell’opinione pubblica sia spiegabile perché il fatto è coinciso, nella lettura dei media, con gli omicidi dei neri in America, i fatti di Dallas, l’assassinio del giovane americano a Roma. Un cortocircuito comunicativo». Fermo non è Dallas… «Guai a tacciare la gente delle Marche di intolleranza. Sono persone corrette e solidali. E poco serio attribuire questa vicenda alla società. Si tratta di un episodio gravissimo, spaventoso, commesso da un pazzo delinquente, certamente razzista. Ma non siamo davanti a un fenomeno sociale come è stato raccontato, assimilando l’episodio agli eventi americani». O ad altri Paesi europei. «Torniamo ai numeri. Quando si dice che a Vienna potrebbe vincere le elezioni presidenziali la destra più estrema si trascura che l’Austria ha una percentuale di immigrati più alta della nostra: il 13%».

Rutelli: “A un certo punto l’integrazione diventa disintegrazione”

Per evitare il razzismo bisogna evitare squilibri nella società? «Alla fine di questo secolo l’Europa potrebbe essere ridotta a 450 milioni di abitanti, inclusi gli immigrati diventati europei. La Nigeria ne avrà fra i 600 e gli 800 milioni. Parlare di accoglienza totale negli anni a venire è impossibile». La politica dimentica di ragionare con questa prospettiva? «L’Africa avrà presto due miliardi di abitanti, a fine secolo con questi ritmi saranno 4. Non possiamo immaginare che il recipiente Europa possa assorbire tutti i migranti economici. L’accoglienza non è un mantra astratto, come fossimo negli anni Novanta, ma ha costi e comporta anche severità. Accoglienti e severi».

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