Renzi alla direzione Pd: «Se perdo il referendum andiamo tutti a casa»

4 Lug 2016 18:19 - di Guido Liberati

«C’è qualcuno tra voi che pensa sinceramente che, dopo che la legislatura è nata e ha fatto ciò che ha fatto, in caso di no al referendum, il presidente del Consiglio, e io penso anche il Parlamento, non ne possa prendere atto?». Matteo Renzi ha lanciato il suo ultimatum alla Direzione del Pd e mette tutti in guardia. «Chi dice che non devo personalizzare, personalizzi lui, se stesso. Faccia un banchetto, un comitato, faccia la raccolta firme, dia una mano perché il referendum sia di tutti», ha incalzato il premier durante il suo intervento, a proposito del referendum di ottobre.

Renzi contro “quelli che scendono dal carro”

Durissimo poi il suo attacco contro le congiure di palazzo, quelle stesse che (secondo i suoi avversari) lo hanno portato a Palazzo Chigi. «Una cosa deve essere certa; la stagione in cui qualcuno dall’alto della sua intelligenza si diverte ad abbattere il leader è finita. Questo partito non è un partito personale, non è mio, non appartiene a una persona, al suo commercialista, al suo nipote e al suo cofondatore. Appartiene a una comunità di donne e uomini e io sono la dimostrazione che è scalabile». Quindi un messaggio sferzante «ai renziani o presunti tali dico che non c’è garanzia per nessuno in questo partito, a iniziare da me». E qualche minaccia non troppo velata. «Radio Transatlantico dice che i renziani dell’ultima ora scendono dal carro… quando cercheranno di risalire troveranno occupato».

Renzi cita Cantona: “Meglio il passaggio del goal”

In chiusura, lanciando l’Assemblea nazionale del Pd che si svolgerà sabato 23 luglio e avrà come tema l’Europa, Renzi si è congedato con una metafora calcistica mostrando un video dove il calciatore inglese Eric Cantona, nel film a lui dedicato da Ken Loach, dice che il suo gol più bello è stato un assist per un compagno di squadra. «Devi fidarti dei tuoi compagni in ogni caso o tutto è perduto – ha concluso Renzi – Per come interpreto la politica io l’importante non è fare gol ma il passaggio. Il referendum è un passaggio, ma anche questo partito per me è il passaggio, mettere in condizioni le persone che stimi e di cui ti fidi, perché mi fido dei miei compagni, di passare la palla. Il referendum non è che il passaggio più importante. In bocca al lupo a tutti noi». Alla platea del Pd rimane la scelta tra “Crepi il lupo” e “Crepi il segretario”.

 

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