Parigi, seconda notte di violenza nelle banlieue: tutto riporta alla rivolta del 2005

21 Lug 2016 13:58 - di Ginevra Sorrentino

Ancora tensione. Ancora violenza urbana. Ancora roghi e aggressioni contro le forze dell’ordine: a Parigi si è vissuta ormai già la seconda notte di disordini e paura in Val-d’Oise, nella banlieue della capitale francese, messa a ferro e fuoco dopo la morte di un ragazzo durante un fermo della polizia.

Parigi: seconda notte di rivolte nelle banlieue

E a proposito di controlli e di arresti, come riferito da Jean-Simon Mérandat, direttore di gabinetto del prefetto di Val-d’Oise, altre 9 persone sono state fermate nelle ultime ore, tra l’altro, per l’«incendio doloso di quindici auto» e il conseguente «lancio di oggetti incendiari contro le forze dell’ordine». Sempre secondo Mérandat, infatti, i rivoltosi avrebbero anche cercato di appiccare il fuoco davanti a una scuola materna e al municipio di Beaumont-sur-Oise. Il fuoco: simbolo di un malcontento covato a lungo sotto le ceneri e tornato ad esplodere in tutto il suo potenziale distruttivo nella sommossa organizzata – ancora una volta – in una banlieue parigina, come già nell’ottobre del 2005, quando per la prima, vera volta, il fenomeno della rivolta urbana scatenata per lo più dagli immigrati che popolano i palazzoni alveare delle periferie parigine, irruppe sulla scena in tutto il suo portato di panico e aggressività. Un fenomeno che, nel corso del tempo, si sarebbe poi esteso da Parigi anche ad altre realtà cittadine della Francia tutta, da Digione a Tolosa, da Marsiglia a Nizza, animando una sommossa metropolitana, prima strisciante, poi letteralmente esplosiva, che si sarebbe via via diffusa a macchia di leopardo, rappresentando – a posteriori – la rivolta più importante in Francia dal famoso maggio del ’68.

Come nel 2005, quando nelle banlieue esplose la prima sommossa

Dunque ci risiamo: l’esplosiva miscela di disagio e illegalità, su cui negli ultimi anni ha soffiato sul fuoco della recxriminazione anche l’influsso dell’islamismo ostile e radicalizzato, predicante quanto militante, toprna a colpire la perfieria francese. Ad inscenare la sommossa, stavolta, – tra la stessa Beaumont-sur-Oise, Persan e Bruyères – sono stati circa «in duecento», ha continuato il responsabile. E allora, per ripristinare controllo e calma, sono stati mobilitati 180 agenti di polizia. Peraltro, le forze dell’ordine risalendo all’evento che avrebbe scatenato la sommossa, ritengono che Adama Traoré – questo il nome del ragazzo defunto – sia stato vittima di un «malore». Ma Hassa, una delle sorelle, proprio 24 ore ha continuato ad accusare la polizia di averlo «assassinato». Intervistati dalle reti all news, un gruppo di giovani vicini ad Adama, ha chiesto di poter vedere il corpo prima dell’autopsia, «il più rapidamente possibile». Una situazione potenzialmente esplosiva che sta ricreando la stessa cornice sociologica che già nell’appena citato 2005 vide Zyed e Bouna, rispettivamente di 15 e 17 anni, inseguiti dalla polizia e che per paura si rifugiarono in una cabina della rete elettrica di Clichy-sous-Bois, nella periferia parigina, dove morirono folgorati. Quello fu l’inizio di due settimane di sommosse incendiarie. Il primo inizio: ora, ce n’è un altro?

 

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