Nizza, rintracciati altri italiani. La console: molti corpi irriconoscibili
Mano a mano che passano le ore dal terribile attentato terroristico di giovedì scorso sulla Promenade des Anglais a Nizza si va riducendo la lista degli italiani ancora non rintracciati dopo l’attentato terroristico. L’Unità di crisi della Farnesina, che è stata attivata nella città francese, non ha voluto aggiungere ulteriori dettagli salvo che, appunto, a ieri sera, erano ancora una ventina i cittadini italiani di cui non si avevano notizie.
Nizza: console Italia,
il riconoscimento è complesso
Ma il console generale d’Italia a Nizza, Serena Lippi, facendo il punto della situazione, ha spiegato che le operazioni di riconoscimento delle vittime dell’attentato della Promenade des Anglais “sono delicate e complesse”, le autorità francesi stanno adottando “una procedura molto lunga ma molto precisa. I corpi erano in uno stato irriconoscibile e i francesi prima di dare informazioni vogliono essere sicuri. Noi stiamo ricevendo lo stesso trattamento che ricevono tutti i miei colleghi stranieri”, ha detto.
Alla “Maison des victimes“
raccolto il Dna dei familiari
“Siamo in una fase estremamente delicata – racconta Lippi – perché le liste si stanno restringendo. Ci stiamo concentrando sui casi più urgenti e stiamo ricevendo i familiari dall’Italia“. Che vengono indirizzati alla “Maison des victimes” allestita dalla municipalità nizzarda “e lì avranno assistenza, lì verrà raccolto il Dna per i riconoscimenti – ha aggiunto Lippi -. Noi siamo operativi dal momento in cui è avvenuto tutto quanto. Presidiamo gli ospedali, facciamo i turni, insomma siamo presenti”.
Per quanto riguarda le liste delle vittime, il console preferisce non dare i numeri perché “ci sono state parecchie imprecisioni e dare i numeri in una fase così delicata e di continuo aggiornamento può solo creare confusione”.
Coglie l’occasione, la console per aggiugnere di esserci ” rimasta molto male questa mattina leggendo i giornali italiani. Respingo l’accusa di non essere a disposizione. Dal momento dell’attentato stiamo lavorando 24 ore su 24″ .
“Certi articoli – ha aggiunto – mi hanno amareggiato, ho letto delle grandi stupidaggini. Noi siamo qui per lavorare per fare polemica”.