Droga, Frosinone come Scampia: baby pusher nomadi e spaccio h 24

19 Lug 2016 15:20 - di Martino Della Costa

È cominciata alle prime ore dell’alba la vasta operazione antidroga, denominata Intoccabili, condotta dalla Squadra mobile di Frosinone e dalla Compagnia Carabinieri di Frosinone, con l’ausilio di 300 tra poliziotti e militari, che ha visto impiegare anche elicotteri delle due Forze di Polizia e unità cinofile nella ricerca di armiesplosivi e droga. Un maxi blitz che si è concluso con 36 ordinanze di custodia cautelare – 29 in carcere e 7 ai domiciliari – eseguite contro un’associazione per delinquere egemone nel traffico della sostanza stupefacente a Frosinone e provincia. 

Droga a Frosinone, una rete di distribuzione affidata a famiglie rom

Un’indagine lunga e accurata, cominciata a luglio 2012 con l’arresto in flagranza di reato di un’insospettabile signora di 65 anni, del capoluogo ciociaro, designata a fare da custode della droga per conto dell’organizzazione criminale. Che ha registrato il momento clou con l’irruzione delle forze dell’ordine, nel novembre 2013, che portò al sequestro di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti e della cassa con il ricavato della giornata. E che ha individuato diverse reti di distribuzione della droga tra le quali gli investigatori ne hanno scoperta una, ritenuta la più capillare e insidiosa, che era incentrata su appartenenti a famiglie di etnia rom, residenti a Frosinone, riforniti giornalmente da una coppia, anch’essa di origine rom. I punti vendita, in questo contesto, erano le abitazioni delle famiglie (otto in tutto) degli associati. Non solo: Dieci le persone di etnia Rom colpite dal provvedimento cautelare. Non solo: nel coprso di una conferenza stampa organizzata dagli inquirenti nelle scorse ore in Procura, è emerso che l’organizzazione dedita allo spaccio e al traffico di droga sgominata oggi a Frosinone dalle forze dell’ordine, si avvaleva anche di “baby-spacciatori”bambini nomadi minori di 14 anni.

Droga a Frosinone, smantellata una struttura “modello Scampia”

E allora, la prima base di spaccio è stata scoperta a Frosinone, all’interno della palazzina D2 di corso Francia. Era strutturata secondo il “modello Scampia”: un vero e proprio supermercato della droga, aperto 24 ore al giorno. Secondo gli inquirenti, chiunque poteva andare per acquistare liberamente cocaina, hashish e marijuana. Gli acquirenti, sempre stando alle indagini, non dovevano telefonare o accreditarsi prima dell’acquisto, perché l’ingresso era libero. I numerosi sequestri di dosi vendute ai vari assuntori hanno dimostrato che vi si recavano persone ad ogni ora del giorno e della notte, provenienti anche da fuori provincia. Inoltre il punto vendita era protetto da “vedette”, che coprivano i vari turni del giorno ed erano dislocate in punti strategici per dare l’allarme in caso di arrivo delle forze dell’ordine. E l’addetto alle vendite, come accertato dalle forze dell’ordine, si trovava dietro una porta blindata, pronto alla fuga rapida, con tutta la “cassa” (consistente in una borsa contenente le dosi di droga e l’incasso giornaliero), in caso di allarme.

Droga a Frosinone, la prima irruzione a novembre 2013

Oggi l’apice dell’inchiesta sulla droga a Frosinone, inchiesta che ha registrato il suo momento clou con l’irruzione da parte di polizia e carabinieri – datata novembre 2013 – nella palazzina D2, che sorprese le “vedette” e sequestrò i telecomandi che azionavano il dispositivo d’allarme luminoso, posto all’interno dell’appartamento, dove si trovava l’addetto alle vendite. Nella stessa occasione era stata pignorata anche la “cassa” del punto vendita, consistente in una borsa all’interno della quale vi erano oltre 200 dosi di sostanza stupefacente di vario tipo, la contabilità della giornata e l’incasso che, al momento dell’intervento (nelle prime ore del pomeriggio), già ammontava ad oltre 5000 euro. L’organizzazione, dopo questo primo colpo, secondo quanto stabilito dagli investigatori, aveva costituito altre tre basi di spaccio al dettaglio, meno evidenti di quella della palazzina D2, ma altrettanto remunerative, dato che erano situate nelle vie centrali di Frosinone bassa (viale Mazzini e via Marittima). Anche qui gli investigatori riuscirono a recuperare numerosi dosi cedute agli assuntori e ad arrestare in flagranza gli addetti alle vendite. Una quinta rete di distribuzione aveva invece forma ambulante, essendo affidata a due associati che, con la loro macchina, raggiungevano i comuni limitrofi a Frosinone (Veroli, Boville Ernica, Monte San Giovanni Campano, Ripi) e si posizionavano in punti prestabiliti (per lo più bar), dove gli assuntori sapevano di poterli trovare in determinati orari del giorno.

Tutto è partito dall’arresto di un’insospettabile signora…

Ma l’indagine, delegata alla Squadra Mobile di Frosinone e al Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia del capoluogo ciociaro, era iniziata nel luglio 2012, dopo l’arresto in flagranza di reato un’insospettabile signora di 65 anni, del capoluogo ciociaro, in possesso di oltre 350 grammi di cocaina, che era stata ingaggiata dall’associazione come custode della droga destinata ad una delle tante basi di spaccio del sodalizio. Il lavoro degli investigatori, fino a febbraio del 2015 ha portato a significativi risultati, con 58 arresti (di cui 44 in flagranza di reato), il sequestro tra l’altro di 5 chili di cocaina, 115 chilogrammi tra hashish e marijuana, due pistole e 135 proiettili, ma anche denaro, beni mobili e immobili per 640.000 euro. Lo stupefacente immesso sul mercato al dettaglio avrebbe permesso un ricavo di circa 2,5 milioni di euro.

 

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