Cannabis, Centro don Picchi: «Questa legge è come una roulette russa…»

26 Lug 2016 13:35 - di Redazione

«La cannabis, come tutte le droghe (compreso l’alcol) è il sintomo di un malessere individuale o sociale. Per questo concentrarsi sul sintomo tralasciando la causa è un atteggiamento miope». Va giù pesante Roberto Mineo, presidente del Centro italiano di solidarietà don Mario Picchi, mentre alla Camera si discute il disegno di legge sulla legalizzazione della cannabis.

Cannabis, Mineo: pensate alla persona

«Parlare ancora oggi di un “uso ricreativo” della cannabis – sottolinea Mineo – mostra una lontananza abissale dalla realtà; vengono in mente, con una certa tenerezza, gli spinelli degli anni ’70, le assemblee giovanili in cui si predicava l’emancipazione e la lotta di classe. L’invito a trattare il fenomeno dal punto di vista delle persone e non delle droghe non è recente. Perché nessuno ascolta i diretti interessanti: i giovani, gli operatori, le famiglie?, si domanda il presidente del centro intitolato a don Picchi, «se si volesse mettere veramente al centro la persona, non si promuoverebbero normative come questa di cui stiamo parlando, ma iniziative volte alla presa in carico del grave problema sociale legato alle dipendenze (da sostanza o meno)».

Si comincia sempre con gli spinelli

Con i dati scientifici alla mano insieme e l’esperienza del Centro italiano di solidarietà di quasi mezzo secolo, Mineo spiega che «la cannabis è una porta aperta per l’utilizzo di altre sostanze. Il 98 per cento di giovani che sono passati da noi hanno iniziato con la cannabis. Ecco la ragione per cui chiedo ai nostri parlamentari di analizzare il fenomeno nella sua complessità, a 360 gradi, e non pensando al riassetto economico e finanziario del nostro Paese o di parte di esso o a sconfiggere la narco-mafia». Chi conosce la realtà della tossicodipendenza per essersi impegnato sul campo non crede alla vulgata della legalizzazione come deterrente alla criminalità, «le organizzazioni criminali, infatti, si stanno già organizzando per poter offrire sul mercato nero la cannabis con alta concentrazione di Thc a un prezzo inferiore. Recentemente – continua Mineo –  sono stati scoperti numerosi appezzamenti di cannabis pronti al narcotraffico. Quali interessi ci sono dietro? Chi ne trae vantaggio? Invece di offrire un futuro migliore ai nostri giovani, si sta dando loro una pistola caricata a roulette russa. Chi si prenderà la responsabilità di tutto questo?».

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