Anche gli Agnelli hanno fatto “ciaone” all’Italia, nel silenzio dell’amico Renzi

26 Lug 2016 16:13 - di Antonio Marras

Anche gli Agnelli lasciano l’Italia, nel silenzio dell’amico Renzi, legato alla Fiat da rapporti più che amichevole ma incapace di frenare l’esodo dei vari marchi all’estero. A fine anno nessuna società del gruppo avrà più sede a Torino, alla faccia del buon Matteo, che ama farsi fotografare con Marchionne in ogni occasione. Dunque, se ne vanno nei Paesi Bassi anche la holding Exor e la Giovanni Agnelli e C. Sapaz, cassaforte della famiglia e detentrice del 52,99% della finanziaria. Erano gli ultimi baluardi della torinesità del gruppo e il loro addio al Lingotto segna simbolicamente la fine di un rapporto ultracentenario con la città. Il percorso è analogo a quello seguito da Fca, Cnh Industrial e Ferrari: Exor, però, porta in Olanda sia la sede legale sia quella fiscale (quest’ultima per le altre società è a Londra) e mantiene la quotazione esclusivamente a Piazza Affari. Tra gli azionisti potrebbero arrivare la Cascade Investment di Bill Gates, Jacob Rothschild e Nassef Sawiris: i tre imprenditori sono tra quelli che – come la Giovanni Agnelli – hanno dato disponibilità ad acquistare le quote provenienti dall’esercizio del diritto di recesso da parte degli azionisti contrari all’operazione. Il prezzo dovuto ai soci che opteranno per il recesso è di 31,2348 euro per ogni azione a fronte del prezzo di chiusura di oggi dei titoli pari a 33,51 euro. «Vengono meno così – commenta amaramente il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino – anche gli ultimi legami finanziari fra la famiglia Agnelli e Torino. Sempre di più dobbiamo lavorare per valorizzare il nostro patrimonio del saper fare automobilistico per essere città dell’auto senza essere città della Fiat». «Per la nostra città non è una buona notizia», aggiunge il segretario generale della Fiom torinese, Federico Bellono, mentre la sindaca di Torino Chiara Appendino prende atto “delle rassicurazioni sugli investimenti dell’azienda sul territorio torinese” e promette di lavorare “per rilanciare la vocazione industriale di Torino”. Ironie e critiche anche dall’opposizione: «In una e-news di inizio gennaio Renzi aveva scritto che “la rinnovata solidità del Paese sta richiamando molti investitori. Il meglio deve ancora venire”. Mai profezia fu più infausta: Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli, lascia l’Italia e si trasferisce in Olanda e così tutte le società del gruppo del Lingotto non avranno più sede, né legale, né fiscale, nel nostro Paese. Un altro insuccesso delle politiche economiche e fiscali del Governo che, più che attirare capitali stranieri, attira i clandestini», commenta Deborah Bergamini, responsabile comunicazione di Forza Italia. Caustico anche il collega di partito do Renzi, Pierluigi Bersani: «C’è quella che noi chiamavamo Fiat che ha detto “ciaone” nel silenzio generale».

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