Anche gli Agnelli hanno fatto “ciaone” all’Italia, nel silenzio dell’amico Renzi
Anche gli Agnelli lasciano l’Italia, nel silenzio dell’amico Renzi, legato alla Fiat da rapporti più che amichevole ma incapace di frenare l’esodo dei vari marchi all’estero. A fine anno nessuna società del gruppo avrà più sede a Torino, alla faccia del buon Matteo, che ama farsi fotografare con Marchionne in ogni occasione. Dunque, se ne vanno nei Paesi Bassi anche la holding Exor e la Giovanni Agnelli e C. Sapaz, cassaforte della famiglia e detentrice del 52,99% della finanziaria. Erano gli ultimi baluardi della torinesità del gruppo e il loro addio al Lingotto segna simbolicamente la fine di un rapporto ultracentenario con la città. Il percorso è analogo a quello seguito da Fca, Cnh Industrial e Ferrari: Exor, però, porta in Olanda sia la sede legale sia quella fiscale (quest’ultima per le altre società è a Londra) e mantiene la quotazione esclusivamente a Piazza Affari. Tra gli azionisti potrebbero arrivare la Cascade Investment di Bill Gates, Jacob Rothschild e Nassef Sawiris: i tre imprenditori sono tra quelli che – come la Giovanni Agnelli – hanno dato disponibilità ad acquistare le quote provenienti dall’esercizio del diritto di recesso da parte degli azionisti contrari all’operazione. Il prezzo dovuto ai soci che opteranno per il recesso è di 31,2348 euro per ogni azione a fronte del prezzo di chiusura di oggi dei titoli pari a 33,51 euro. «Vengono meno così – commenta amaramente il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino – anche gli ultimi legami finanziari fra la famiglia Agnelli e Torino. Sempre di più dobbiamo lavorare per valorizzare il nostro patrimonio del saper fare automobilistico per essere città dell’auto senza essere città della Fiat». «Per la nostra città non è una buona notizia», aggiunge il segretario generale della Fiom torinese, Federico Bellono, mentre la sindaca di Torino Chiara Appendino prende atto “delle rassicurazioni sugli investimenti dell’azienda sul territorio torinese” e promette di lavorare “per rilanciare la vocazione industriale di Torino”. Ironie e critiche anche dall’opposizione: «In una e-news di inizio gennaio Renzi aveva scritto che “la rinnovata solidità del Paese sta richiamando molti investitori. Il meglio deve ancora venire”. Mai profezia fu più infausta: Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli, lascia l’Italia e si trasferisce in Olanda e così tutte le società del gruppo del Lingotto non avranno più sede, né legale, né fiscale, nel nostro Paese. Un altro insuccesso delle politiche economiche e fiscali del Governo che, più che attirare capitali stranieri, attira i clandestini», commenta Deborah Bergamini, responsabile comunicazione di Forza Italia. Caustico anche il collega di partito do Renzi, Pierluigi Bersani: «C’è quella che noi chiamavamo Fiat che ha detto “ciaone” nel silenzio generale».