Uccise la compagna a coltellate: pena ridotta al romeno, condannato a 14 anni
Una riduzione di pena che indigna e lascia senza parole: ancora una volta il secondo grado di giudizio sconta all’assassino di una donna gli anni di pena. Sensibilmente. Così, il caso dell’omicidio della convivente di un romeno quarantaduenne che, avendo scoperto un sms dell’ex marito della donna, in preda a un raptus di gelosia, infierì sulla compagna a coltellate, si aggiorna a un incredibile riduzione della condanna: e i 30 anni comminati in primo grado, in seconda battuta processuale diventano 14.
Romeno uccise la compagna a coltellate
Proprio così: quattordici anni di reclusione sono stati inflitti dalla prima Corte d’assise d’appello di Roma al romeno 42enne Gheorghe Sofian, sotto processo con l’accusa di omicidio volontario aggravato. In primo grado l’uomo era stato condannato dal Gup di Viterbo a 30 anni di carcere; in appello la riduzione della condanna è stata motivata dalla concessione delle attenuanti generiche e dall’esclusione di quell’aggravante dei futili motivi originariamente contestata. Eppure movente e dinamica del brutale omicidio hanno parlato chiaro fin dall’inizio: era il 22 settembre 2014 quando, intorno alle 22.30, i carabinieri intervennero a Canino (Viterbo) per un accoltellamento. Giunti sul posto, i militari trovarono il romeno Sofian per strada. Disse loro che era stato lui a chiamarli in quanto poco prima aveva accoltellato la convivente Elena Stingu. La donna, nel frattempo, era stata portata in ospedale da alcune persone cui lo stesso Sofian aveva chiesto aiuto; morì, però, durante il trasporto.
Dalla condanna a 30 anni, allo sconto a 14
Secondo quanto al tempo si apprese, l’imputato romeno riferì che quella sera aveva avuto una discussione con la convivente per motivi di gelosia (l’uomo disse di aver ricevuto anche uno schiaffo); aveva chiesto conto alla donna di un sms che aveva ricevuto dall’ex marito. Poi, in stato di alterazione alcolica e in preda a un raptus, aveva preso il coltello e aveva pugnalato la convivente (13 furono le ferite riscontrate sul corpo della donna, di cui 5 penetranti e 3 mortali). Portato a processo (nei suoi confronti fu disposto il giudizio immediato), Sofian chiese e ottenne di essere giudicato col rito abbreviato. Giudicato colpevole di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, fu condannato dal gup di Viterbo a 30 anni di reclusione. In appello, adesso, la riduzione della condanna e uno sconto che in qualche modo delegittima la gravità dell’accaduto e offende la memoria della povera Elena, colpita al cuore due volte.