La leggenda del Leicester porta la firma italiana di mister Ranieri

3 Mag 2016 10:44 - di Redazione

La favola di Claudio Ranieri incanta il mondo e il Leicester diventa leggenda mandando in delirio i tifosi inglesi e italiani. Per la prima volta nella storia, lunga 132 anni, e con due giornate di anticipo  il Leicester  ha scalato la vetta della Premier League ed è campione d’Inghilterra. La vittoria di un piccolo club di secondo livello contro le corazzate miliardarie è un capolavoro insperato, un’impresa unica destinata a scrivere un capitolo memorabile nella storia del calcio.

L’impresa “epica” di Ranieri

Un’impresa che porta la firma italianissima di Claudio Ranieri, romano di San Saba, che ha allenato con il suo piglio testardo i Foxes (le volpi) riuscendo a sbaragliare squadroni come il Chelsea, il Manchester Utd, il Manchester City, l’Arsenal. Il pareggio al termine di un match al cardiopalma tra Chelsea e Tottenham, lunedì sera, ha messo la parola fine al campionato inglese con un epilogo “romantico” da calcio di altri tempi. E la città campione va in delirio: nei pub e nelle strade è un fiume di felicità e di birre che contagia tutto il Regno Unito e sbarca in Italia dove da settimane il moto di simpatia per la squadra allenata dal mister romano si è trasformato in un tifo a distanza. Per Ranieri, orgoglio italiano, è il giorno del suo successo più grande che arriva alla soglia dei 65 anni quando la sua carriera, non sempre rosa e fiori, sembrava volgere al termine. Al grande allenatore mancava uno scudetto e il miracolo è arrivato. «Il mio Leicester è come una squadra di rugby: si aiutano sempre tra loro, proprio come in una squadra di rugby», ha commentaro Ranieri, commosso fino alle lacrime.

«Resto al Leicester, bisogna crederci»

«Resto al Leicester – ha aggiunto – anche se io e il presidente sappiamo che questa rimarrà una stagione irripetibile. L’unica dedica che posso fare a tutti quanti è dirgli di crederci, provateci non solo nel calcio ma in tutti i campi della vita». E pensare che Ranieri per la stampa era un “Thinkerman”, l’aggiustatore o il pasticcere, insomma uno che si arrangia con quel che che ha. In tutta la sua carriera, iniziata sui campi di Testaccio, era stato considerato un perdente di successo, aveva sempre fatto “abbastanza bene” e niente di più.  Una pagina Facebook che segue il calcio inglese, negli scorsi giorni, ha ripescato tutti gli insulti pubblicati sotto il post dell’annuncio del suo ingaggio da parte del Leicester. Il meno cattivo, che oggi fa sorridere, pronosticava la retrocessione con mesi di anticipo. A Ranieri, in fondo, era stato chiesto poco di più: la salvezza con un centravanti ex operaio. «Noi non sogniamo. Semplicemente lavoriamo duro», ripeteva mister Ranieri. E il sogno è arrivato.

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