Vespa: «Intervisterei Hitler se tornasse dall’inferno, ma me lo impedirebbero»

9 Apr 2016 9:17 - di Redazione

«Se Adolf Hitler risalisse per un giorno dall’ inferno e mi offrisse di intervistarlo, temo che dovrei rifiutare. Vedo, infatti, che dopo il “caso Riina” vengono messi in discussione i parametri di base del giornalismo». Lo scrive in una lettera pubblicata al Corriere della Sera Bruno Vespa intervenendo sulle polemiche sollevate dalla sua intervista al figlio del boss Riina. «Aveva ragione nel gennaio del ’91 il governo Andreotti a voler bloccare (senza riuscirci) la mia intervista a Saddam Hussein alla immediata vigilia della prima Guerra del Golfo perché il dittatore iracheno era un nostro nemico?», si chiede il giornalista. «Chi ha intervistato per la Rai il dittatore libico Gheddafi o quello siriano Assad avrebbe dovuto puntare sui crimini commessi da entrambi invece di focalizzare il colloquio sulla loro politica estera?». Vespa spiega di aver letto il libro e di aver “informato quell’ eccellente professionista che è il nuovo direttore di Raiuno che avremmo potuto mostrare per la prima volta il ritratto della più importante famiglia mafiosa della storia italiana vista dall’ interno. Decidemmo allora di far seguire all’intervista un dibattito con parenti delle vittime di Riina e con dirigenti di associazioni che coraggiosamente si battono contro la mafia. Così è avvenuto”, ricorda.

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