“Sono gay”: ecco la frasetta magica dei migranti per ottenere asilo

20 Apr 2016 7:51 - di Redazione

Non bastavano le cooperative e i prefetti ad accogliere i profughi, ora ci si mettono anche i magistrati. Mentre gli scafisti continuano a sbarcare sulle nostre coste migliaia di migranti e le commissioni territoriali negano le richieste di asilo, i profughi fanno ricorso e i giudici ribaltano i dinieghi consentendo loro di rimanere nel nostro Paese. Escono dalla porta e rientrano dalla finestra. Come segnalato dal Corriere del Veneto i motivi di accoglimento sono tra i più vari: si va dalle persecuzioni in quei Paesi nei confronti degli omosessuali, ai rischi che correrebbero qualora fossero rispediti in Africa, fino alle prove che l’immigrato in Italia è ben integrato e sa anche la nostra lingua. Così le scene che si vedono nel tribunale civile di Venezia, che ha la competenza dei ricorsi per tutto il Veneto, sembrano quelle di un film a metà tra il comico e il fantasy, si legge su “Il Giornale“.

Chi si dice omosessuale e discriminato ottiene asilo

Il nigeriano che mostra i messaggini d’amore scambiati con il fidanzatino, il gambiano che mostra al giudice il mandato d’arresto della polizia, prova che se tornasse da dove è venuto finirebbe in galera e il camerunese che legge la dichiarazione d’amore dell’amico padovano. In Veneto sono 9.300 i profughi arrivati, solo la provincia di Treviso ne conta 2.159, per non parlare di quelli che spariscono e non si trovano. Le commissioni territoriali atti ve a Padova (competente anche per Venezia e Rovigo) e a Verona (che valuta anche Vicenza, Treviso, Belluno, Trento e Bolzano) si trovano a dover fare i conti con migliaia di richieste d’asilo ogni giorno. Richieste che il 60-70 per cento delle volte vengono respinte ma non appena un prorugo fa ricorso, tac, scatta l’accoglienza.

I profughi, indigenti, hanno diritto al gratuito patrocinio

Già un mese fa l’Ordine degli avvocati di Venezia aveva lanciato l’allarme. «La situazione comincia a diventare sempre più insostenibile – aveva detto il consiglio direttivo – ormai siamo al collasso». E infatti gli avvocati veneziani snocciolano dati significativi: da inizio anno ad aprile, le richieste di gratuito patrocinio da parte dei prorughi sono ben 810. Soltanto nel mese di febbraio erano già state presentate 485 domande. Questo vuoi dire che in soli due mesi, 8 prorughi al giorno in media hanno presentato richiesta. E le cifre sono in continuo aumento se si pensa che nel 2015, nello stesso periodo di riferimento, da gennaio a febbraio, le richieste erano state «soltanto» 172. Una situazione che rischia di sfuggire di mano: da un lato ci sono le commissioni che decidono per il rimpatrio e dall’altro i giudici, cavalieri dell’integrazione. A volte con le motivazioni più bizzarre.

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