Salvini e Gasparri, le sanzioni alla Russia sono una follia. Ecco perché

26 Mar 2016 17:26 - di Augusta Cesari
putin cremlino kiev

Basta autolesionismo. Le sanzioni alla Russia sono  una vera follia. Ecco quanto ci stanno costando: il “made in Italy” ci ha rimesso 3,6 miliardi di euro. La nuova guerra “fredda” economica con la Russia ha anche azzerato completamente le esportazioni di ortofrutta, formaggi, carni e salumi Made in Italy ma ha anche provocato una devastante turbativa sui mercati agricoli europei che ha messo in crisi milioni di aziende. Dall’inizio dell’embargo ad oggi si stimano perdite dirette per 400 milioni di euro. A denunciarlo è la Cgia di Mestre secondo la quale la Lombardia è la regione che più ci ha rimesso perdendo 1,18 miliardi del proprio export. A seguire Emilia Romagna (-771 milioni) e Veneto (-688,2 milioni). Dei 3,6 miliardi di minori esportazioni, 3,5 sono ascrivibili al comparto manifatturiero. I macchinari (-648,3 milioni di euro), l’abbigliamento (-539,2 mln), gli autoveicoli (-399,1), le calzature/articoli in pelle (-369,4), i prodotti in metallo (-259,8), i mobili (-230,2) e le apparecchiature elettriche (-195,7) sono stati i settori dove i volumi di affari hanno registrato le contrazioni più importanti. «Nei numeri sta tutta la follia delle sanzioni alla Russia. Tre miliardi di motivi per mandar via questa Europa e Renzi!», commenta Matteo Salvini, leader della Lega Nord.

Gasparri: «Gratitudine alla Russia, altro che sanzioni…»

«Alla Russia, invece che le sanzioni, bisognerebbe fare un assegno per gratitudine convinta da parte di tutta la comunità internazionale. Solo grazie all’azione militare di Putin contro l’Isis registriamo i primi segni di arretramento di questi folli islamici. Invece l’Occidente, facendo un danno gravissimo alle proprie economie, e l’Italia in particolare ai propri scambi commerciali, contrasta Putin con assurde sanzioni», ribadisce Maurizio Gasparri di Forza Italia. In riferimento all’indagine della Cgia di Mestre scende in campo anche la Coldiretti ricordando che l’agroalimentare è l’unico settore ad essere colpito direttamente dall’embargo totale sancito dalla Russia con una lista di prodotti per i quali è del tutto vietato l’ingresso. Sciaguratamente, tutta Europa ci sta rimettendo. La guerra commerciale ha provocato effetti indiretti dovuti alla mancanza di sbocchi di mercato che ha fatto crollare le quotazioni di molti prodotti agricoli europei nel lattiero caseario, nella carne e nell’ortofrutta al di sotto dei costi di produzione costringendo le aziende alla chiusura. Per il Made in Italy si sta verificando anche – conclude la Coldiretti – un pesante danno di immagine a causa della diffusione in Russia di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con l’Italia ma che sono realizzati all’interno dei confini russi o in Paesi che si stanno avvantaggiando della situazione. «Anche alla luce degli attacchi terroristici avvenuti nei giorni scorsi a Bruxelles – segnala il coordinatore della Cgia Paolo Zabeo – è giunto il momento che l’Unione europea riveda la propria posizione nei confronti di Mosca. Rispetto al 2014, le condizioni geo-politiche sono completamente cambiate». Già. Sarebbe ora.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *