Storica impresa in Pakistan: alpinisti italiani scalano il “monte mangiauomini”
Il bergamasco Simone Moro ha raggiunto nelle ultime ore la cima del Nanga Parbat, 8.125 metri, in Pakistan, firmando la prima salita nella stagione invernale. Con lui c’erano anche lo spagnolo Alex Txicon e il pakistano Alì Sadpara. La bolzanina Tamata Lunger si è fermata poco sotto la cima. Lo ha confermato dal campo base la moglie di Txicon. Gli alpinisti ono saliti lungo la via Kinshofer, sul versante Diamir. La cordata è partita giovedì notte da campo 4, a 7.200 metri, ed è arrivata in vetta alle 11.37 (15.37 locali). I quattro alpinisti successivamente sono scesi a valle per trascorrere la notte a campo 4, a 7.200 metri di quota. Sabato è previsto il rientro al campo base. Il Nanga Parbat non era mai stato scalato nella stagione invernale, nonostante numerosi tentativi. Tra gli Ottomila ora resta solo il K2 a non essere stato mai salito nella stagione fredda. L’impresa di Simone Moro e dei suoi compagni è storica: il Nanga Parbat, situata in Pakistan, è la nona montagna più alta della Terra (8125 metri) ed è la seconda,dopo la celebre Annapurna, per indice di mortalità, tanto da essere soprannominata la montagna assassina. Gli sherpa della zona la chiamano la montagna del diavolo o anche la montagna mangiauomini. I primi tre tentativi di ascensione del Nanga Parbat, avvenuti dal 1895 al 1937, ebbero tutti e tre un esito tragico. La montagna fu conquistata solo nel 1953, dall’austriaco Hermann Buhl, ma intanto già 31 persone erano morte nel tentativo.
Simone Moro è anche esperto pilota di elicotteri
Simone Moro è uno dei più grandi scalatori del mondo: ha scalato in prima invernale quattro ottomila, ed è stato il primo alpinista della storia a compiere questa impresa, è salito in cima a otto ottomila e ha conquistato ben quattro volte l’Everest, il monte più alto del mondo. Ha praticato ogni forma di alpinismo, è laureato in Scienze motorie ed è un pilota di elicottero esperto, detentore di vari record, specializzato in soccorso alpino. Simone Moro, nel 2001, si trovava in un accampamento a ottomila metri in attesa di conquistare la vetta del Lhotse, vicino l’Everest, quando ricevetta una richiesta di aiuto per il giovane inglese Tom Moores,caduto dalla parete. Moro decide senz aindugio di trovarlo e parte da solo in notturna: lotrova, ferito, senza guanti e ramponi. Lo assicura alla corda e lo porta in salita per 200 metri e successivamente alle tende. L’anno successivo, per questa impresa, riceve la Medaglia d’Oro al Valor civile oltre a numerosi altri riconoscimenti. Moro ha scritto cinque libri sulle sue esperienze: quattro sulla montagna e una sul soccorso in quota in elicottero. Adesso aspettiamo il sesto. (foto tratta dal sito di Simone Moro)