Anche la Pasqua “offende”: niente benedizioni a scuola. Esulta la sinistra
Prima il Crocifisso, poi il Natale, ora la Pasqua. Laicisti (di sinistra) e giudici ancora in guerra contro le nostre tradizioni religiose e culturali. Il Tar dell’Emilia-Romagna ha infatti accolto il ricorso di alcuni insegnanti e genitori annullando la delibera con cui il consiglio di una scuola di Bologna aveva autorizzato le benedizioni pasquali a scuola. Le benedizioni erano state chieste dai parroci dei plessi dell’istituto comprensivo 20 e l’ok del consiglio creò non poche polemiche politiche. L’autorizzazione per le benedizioni, che furono poi celebrate a marzo, prevedeva che dovessero avvenire in orario extrascolastico.
Niente Pasqua a scuola, un altro schiaffo ai cattolici
Esultano gli insegnanti “progressisti”: «Con l’accoglimento del nostro ricorso si è affermato un principio importantissimo, non solo per la scuola di Bologna, ma per la scuola italiana. L’indicazione è estremamente chiara: la scuola è laica. A scuola si insegna a vivere insieme, si fa cultura. Le pratiche religiose restano fuori», è il commento di Monica Fontanelli, una delle docenti che ha presentato il ricorso al Tar.
Immediate le reazioni. «Ancora una volta una decisione incomprensibile che va contro il buon senso e, soprattutto, contro i nostri valori, la cultura che ci caratterizza, la nostra identità. Perché la benedizione pasquale, esattamente come il festeggiamento del Natale, richiama valori positivi quali la rinascita, la speranza, l’amore», ha detto la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria. «Perché i nostri bambini non possono festeggiare la Pasqua, anche con la benedizione del luogo in cui passano buona parte delle loro giornate, cioè la scuola? In che modo questo può offendere o infastidire chi non crede o professa altre religioni? E’ inspiegabile».