Ecco come gli “educatori” picchiavano i disabili nel centro di Grottaferrata (VIDEO)

8 Feb 2016 15:03 - di Giulia Melodia


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Parlare di maltrattamenti forse è ancora poco. Già, perché i pazienti disabili del Centro di Riabilitazione neuropsichiatrico di Grottaferrata (Roma) sono stati picchiati, ingozzati di cibo, umiliati, minacciati, insultati: tutto quello che di più turpe si può fare a un essere umano indifeso, a loro, i degenti dell’isituto sanitario, è stato fatto. Un vero e proprio lager punitivo, quello in cui erano costretti a vivere – e a subire tanti e tali maltrattamenti – 16 ragazzi, di cui 5 minori di 14 anni, con gravi disabilità. E pensare che alcune delle vittime avevano appena 8 anni…

Maltrattamenti in un centro per disabili: l’indagine

Una storia che suscita davvero indignazione e rabbia, quella che si è conclusa in queste ore con il fermo dei responsabili dei maltrattamenti per mano dei carabinieri del Nas di Roma, che insieme a quelli di Frascati, hanno eseguito 10 arresti, uno in carcere e 9 ai domiciliari, tra i dipendenti del centro. Gli arresti, emessi dal gip del Tribunale di Velletri Gisberto Muscolo, scaturiscono dalle indagini condotte dai Nas coordinata dalla Procura della Repubblica di Velletri che riguardano numerosi episodi di maltrattamenti subìti dagli ospiti disabili della struttura sanitaria in convenzione con il Servizio sanitario regionale ad opera dello stesso personale che li aveva in custodia. L’indagine ha avuto inizio dalle denunce presentate nei primi mesi del 2015 dai vertici della società che gestiva la struttura, relative a sospetti episodi di coercizione e lesioni accaduti all’interno di un reparto, dove erano ospitati 16 ragazzi. Le attività investigative, durate tre mesi e supportate anche da intercettazioni audio e video, hanno consentito di appurare significativi e reiterati episodi di rilevanza penale.

Degenti picchiati, insultati, segregati: la vicenda

Le vittime sono tutti disabili, tutti affette da patologie neuro-psichiatriche e motorie, rispetto i quali le principali figure coinvolte nella vicenda – un educatore professionale e un assistente socio sanitario con funzioni educative – avevano atteggiamenti particolarmente autoritari e violenti, tanto da creare un clima di terrore nei giovani ospiti. Addirittura tra di loro, un educatore in particolare, è stato portato in carcere poiché ritenuto responsabile anche del reato di sequestro di persona, per aver segregato tre pazienti disabili nelle rispettive stanze di degenza, impedendogli la possibilità di movimento. Per altre 6 persone che lavoravano nella struttura, responsabili di analoghi comportamenti, le condotte sono invece al vaglio della Magistratura.

La Lorenzin: aumentare di un terzo la pena per il reato di maltrattamento

Quanto accaduto è impensabile, ma, purtroppo, non inedito: non a caso il ministro della salute Lorenzin, commentando l’episodio balzato agli orrori delle cronache in queste ultime ore, ha tenuto a ribadire i suoi ringraziamenti ai «Carabinieri del Nas, che proseguono l’azione intrapresa oltre due anni fa» con l’isitituzione di una «task force contro gli abusi su anziani e disabili ospiti delle strutture socio assistenziali». Non solo: il ministro ha auspicato l’approvazione del disegno di legge che aumenta di un terzo la pena per il reato di maltrattamento nei confronti delle persone più fragili. «Le indagini di Grottaferrata sono l’ennesimo risultato ottenuto grazie a uno sforzo quotidiano, che certifica le tante strutture che operano con rigore e smascherano questi teatri dell’orrore. Per questo ribadisco ancora una volta che, insieme alla task force, è di fondamentale importanza l’approvazione del ddl da due anni fermo in Senato. In esso è contenuta l’aggravante per chi commette reati all’interno delle strutture socio sanitarie. Aumentare di un terzo la pena per gli autori di gesti così ripugnanti credo sia il giusto segnale che dobbiamo dare in difesa dei nostri concittadini più fragili».

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