Bari, boss assunto in municipalizzata. Interrogati presidente e dirigente Amiu
Anche i boss a Bari cercano lavoro. Sarà colpa dell’effetto Renzi, ma la crisi occupazionale colpisce ormai proprio tutti. E, perciò tutti cercano lavoro. Meglio se lavoro pubblico, naturalmente. Accade in Puglia, a Bari, ma probabilmente sarebbe potuto accadere ovunque. Perciò, scoperto il fatto, la notizia è che c’è anche una dirigente dell’Amiu di Bari, oltre al presidente Gianfranco Grandaliano, iscritta nel registro degli indagati dalla Procura di Bari con l’accusa di falso in atto pubblico e truffa aggravata dall’articolo 7 (aver cioè favorito un’associazione mafiosa) con riferimento all’assunzione del boss di Carrassi Franco Diomede. La dottoressa Angela Ida Loiacono, dirigente del settore Appalti dell’Amiu, è stata interrogata oggi dal pm che coordina le indagini, Roberto Rossi, chiarendo la propria totale estraneità ai fatti contestati. La dirigente, difesa dall’avvocato Alessandro Dello Russo, ha cioè spiegato che la questione relativa alle assunzioni esula totalmente dalle sue competenze e quindi della vicenda di Diomede non ne ha mai saputo nulla. Grandaliano, invece, già sentito a sommarie informazioni come persona informata sui fatti, è stato convocato in Procura per domani in qualità, questa volta, di indagato. La vicenda contestata è emersa nell’ambito dell’inchiesta dell’Antimafia sulle estorsioni ai commercianti del quartiere barese che ha portato alcuni giorni fa all’arresto di cinque persone, fra cui il pluripregiudicato Franco Diomede. Oltre ai singoli episodi di presunte estorsioni, gli inquirenti hanno avviato infatti approfondimenti sulla circostanza che Diomede era stato assunto dalla municipalizzata barese e poi da una cooperativa appaltatrice del servizio di gestione dei bagni pubblici, in violazione del regolamento che le impedirebbe di avere nel proprio organico pregiudicati. Il presidente Grandaliano aveva chiarito che le assunzioni erano state imposte dal Comune di Bari sulla base di una clausola sociale. Dalle verifiche, però, sarebbe emerso che Diomede non avrebbe avuto comunque il requisito previsto dell’anzianità di servizio per essere assunto. Questione alla quale Grandaliano avrebbe derogato in virtù di un presunto accordo sindacale di cui tuttavia al momento non v’è traccia. Ed è proprio su questo aspetto che si basa l’accusa di falso sulla quale il presidente dell’Amiu sarà chiamato a fare chiarezza domani.