Addio a Umberto Eco, grande ma fazioso: paragonò Berlusconi a Hitler…

20 Feb 2016 12:31 - di Corrado Vitale

Umberto Eco è morto ieri sera all’età di 84 anni. E’ stato indubbiamente uno dei più importanti intellettuali italiani degli ultimi decenni. Semiologo, studioso di mass media e scrittore, conquistò  fama mondiale, fin da quando, nel 1964, pubblicò il celebre Apocalittici e integrati, diventato presto libro cult nello studio della cultura di massa. Umberto Eco, tra tanti pregi, aveva però un difetto: la faziosità politica, difetto peraltro comune a tanti intellettuali di sinistra. Quella di Umberto Eco era comunque una faziosità particolare, quasi a intermittenza, avendo egli la qualità dell’ironia, carattere  che mancava ad esempio a personaggi come Antonio Tabucchi. Il fatto è che l’intellettuale scomparso tirava fuori la sua partigianeria quando, in particolare, parlava di Berlusconi. E, con gli anni, la sua vena polemica, invece di attenuarsi, si accresceva. Ecco cosa affermò, ad esempio, qualche anno fa (era il 2011), durante la Fiera del Libro di Gerusalemme: “Berlusconi paragonabile a Gheddafi e Mubarak. No, il paragone, intellettualmente parlando, potrebbe essere fatto con Hitler: anche lui giunse al potere con libere elezioni”. Tale accostamento venne fatto comunque  in una sede poco adatta, dal momento che, se ci sono stati governi italiani che hanno coerentemente sostenuto la causa di Israele, questi governi sono stati proprio quelli presieduti da Silvio Berlusconi.

Il fatto è che, a Umberto Eco e agli intellettuali di sinistra della sua generazione (e di quella immediatamente successiva), la nascita in Italia di un centrodestra politicamente agguerrito e con capacità di governo dava terribilmente fastidio: era una smentita ai loro pregiudizi sulla particolarità “atropologica” degli italiani di destra e di centrodestra. E non c’è dubbio che un personaggio come Berlusconi rappresentava il vertice di tutto ciò che Umberto Eco e compagni aborrivano. La vittoria elettorale del Polo delle Libertà nel 1994 fu per costoro un terribile trauma, dal quale non si sono ancora ripresi.

Ma il tempo provvede inesorabilmente a spazzare via tante parole inutili. Per ricordare al meglio Umberto Eco conviene rileggere i suoi best sellers: Il nome della rosaIl Pendolo di Foucault.  Con questi titoli, rammentiamo due dei pochi casi in cui la cultura italiana è riuscita a imporsi, negli ultimi decenni, a livello mondiale. Onore al merito.

Commenti

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  • Enrico Schirò 17 Novembre 2019

    bellissima l’espressione usata: particolarità “atropologica” degli italiani di destra e di centrodestra. Ecco del buon giornalismo…