Wind Jet, nuovi guai per Pulvirenti: arrestato per bancarotta fraudolenta

29 Gen 2016 9:55 - di Redazione

Un’altra tegola giudiziaria si abbatte su Antonio Pulvirenti, l’ex patron del Calcio Catania. Dopo l’inchiesta “I treni del gol” – per presunte gare comprate nel campionato di calcio di Serie B per evitare nel 2015 la retrocessione del Catania – Pulvirenti è stato, infatti,  nuovamente arrestato e questa volta per bancarotta fraudolenta per il fallimento della compagnia aerea low cost Wind Jet. Un analogo provvedimento del gip è stato eseguito nei confronti Stefano Rantuccio, amministratore delegato della società.

Wind Jet, Pulvirenti e le indagini “Icaro”

Nelle indagini delle Fiamme gialle di Catania, denominate “Icaro“, sono indagate quattordici persone per bancarotta fraudolenta per il dissesto di Wind Jet, società ammessa alla procedura di concordato preventivo con un passivo di oltre 238 milioni di euro. La compagnia sospese i voli per problemi finanziari il 12 agosto del 2012 lasciando a terra migliaia di passeggeri e senza lavoro circa cinquecento dipendenti, che firmarono la cassa integrazione a tempo indeterminato. Il 19 ottobre del 2013 il concordato scongiurò il fallimento della compagnia e ottenne il 92% di sì dai creditori.

L’accusa: le perdite della compagnai sono state occultate

Secondo la procura di Catania le indagini delle Fiamme gialle, con rogatorie in Lussemburgo, Francia e Regno Unito, avrebbero consentito di ricostruire le vicende societarie che hanno condotto all’aggravamento dello stato di dissesto della Wind Jet per oltre 160 milioni di euro «per effetto di operazioni dolose compiute a partire dal 2005». Le perdite, sostiene l’accusa, sarebbero state occultate nel bilancio dal 31 dicembre del 2005 con un’artificiosa operazione di valorizzazione del marchio WJ consistita nella cessione – e retrocessione dopo pochi anni – del marchio Wind Jet in favore della Meridi s.p.a. per dieci milioni di euro. Negli anni successivi le operazioni di fittizia sopravvalutazione di bilancio sarebbero proseguite e gli organi societari si sarebbero avvalsi del contributo di società estere che avrebbero predisposto perizie di stima “di comodo” del magazzino e di beni strumentali di Wind Jet rappresentando valori sovrastimati per oltre quaranta milioni di euro.

Pulvirenti era stato già arrestato per truffa sportiva

Per l’inchiesta sul calcio Pulvirenti il 23 giugno del 2015 era stato sottoposto agli arresti domiciliari per truffa e frode sportiva. Dopo gli interrogatori, il 3 luglio 2015, tornò libero: il gip revocò il provvedimento spiegando che “il quadro indiziario” emerso dalle indagini della polizia di Stato era da “ritenersi rafforzato”, a “differenza delle esigenze cautelari” che apparivano invece “indubbiamente ridimensionate”. L’11 agosto dello stesso anno il questore di Catania, Marcello Cardona, emise nei suoi confronti un Daspo (divieto di accedere alle manifestazioni sportive) di 5 anni, per “I treni del gol”. Provvedimento confermato successivamente anche dal Tribunale amministrativo regionale. Per quell’inchiesta il procuratore Michelangelo Patanè e il sostituto Alessandro Sorrentino hanno chiesto il rinvio a giudizio di Pulvirenti e di altri sei imputati. Giovedì si è svolta la prima udienza preliminare con l’annuncio di costituzione di parte civile di Figc, Lega Serie B, associazioni, tifosi e abbonati.

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