Nuovo umiliazione della Ue a Renzi: «A Roma non sappiamo con chi parlare»

18 Gen 2016 16:21 - di Antonio Marras

Il messaggio è chiaro: non potete lamentarvi se a Roma non c’è nessuno con cui discutere, trattare. In sintesi, se non avete nulla da chiedere in privato, è inutile che vi lamentiate in pubblico. L’irritazione di Bruxelles, dopo il botta e risposta a distanza tra Jean-Claude JunckerMatteo Renzi, trova ora una spiegazione concreta, fatta trapelare dalla Commissione. La Ue, dopo le richieste di Renzi di una maggiore flessiiblità, venerdì ha sostanzialmente perso la pazienza a causa di troppi malintesi nati perché Bruxelles non ha un interlocutore per dialogare con Roma sui dossier più delicati. Lo si apprende da fonti europee, che osservano come i problemi di comunicazione con le capitali possono diventare problemi politici. Le fonti definiscono il rappresentante permanente dell’Italia, Stefano Sannino, come il miglior ambasciatore a Bruxelles e riferiscono che è estremamente apprezzato il suo lavoro di mediazione. A mancare sarebbe il dialogo continuo con gli sherpa che le altre capitali inviano sui diversi temi specifici: un metodo di lavoro che permette di smussare gli angoli, come accaduto ad esempio con la Francia che in autunno ha inviato specialisti per “negoziare per settimane” fino all’ultima virgola sulla bozza di finanziaria. A Bruxelles negli ultimi mesi si è invece osservato un vuoto di comunicazione con Roma, vuoto che ha portato a ricostruzioni fattuali fuorvianti tanto sulle banche, quanto sull’Ilva e la flessibilità. Per la questione delle banche, è stato sottolineato che lo stesso Renzi era stato informato della posizione della Commissione in una riunione a margine del G20 ad Antalya. Ma ha sollevato sconcerto anche la questione delle dimissioni dell’esperto giuridico Carlo Zadra, unico funzionario italiano nel gabinetto Juncker, che sarebbero state strumentalizzate politicamente. È poi considerato particolarmente problematico il blocco dell’Italia sul finanziamento del fondo di tre miliardi di euro a favore dei profughi siriani in Turchia. Un versamento che per la Ue è da fare al più presto per rispettare gli accordi con Ankara, ma che è ancora fermo nonostante la Commissione abbia “messo per iscritto” quanto chiesto dall’Italia, ovvero che i fondi messi a disposizione della Turchia non saranno inseriti nel calcolo nel deficit. Ed anche sulla flessibilità, a Bruxelles si osserva che già alla fine del 2015 è stato raggiunto l’accordo politico perché possano essere cumulate quella per gli investimenti, quella per le riforme strutturali e quella per i rifugiati. Sono però ancora da discutere nel dettaglio le cifre.

La replica italiana alla Ue e le accuse dell’opposizione

A Palazzo Chigi, anzi, alla Farnesina, ci sono rimasti decisamente male: «Abbiamo un continuo dialogo con le istituzioni, abbiamo un ministro degli esteri, degli interni, dell’economia, l’Italia ha un Governo nel pieno dei suoi poteri», è stata la replica del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Ma dalle fila dell’opposizione, arrivano puntuali le polemoche: «Tempi duri per Matteo Renzi, perché le parole di Jean Claude Juncker di venerdì scorso, se sono state pronunciate, nascondono un malumore non solo della Commissione europea e del suo presidente, ma anche e soprattutto delle principali cancellerie europee. Sono bastati meno di due anni per farsi riconoscere. In Europa Renzi non tocca palla, per il suo pressappochismo, per la sua superficialità, per il suo opportunismo e per la sua arroganza. E nessuno lo sopporta più. Niente di male, se fosse soltanto un fatto personale. Ma chi ne va di mezzo, purtroppo, è il Paese. L’Europa ha tutti gli strumenti per colpire Renzi, ma questo si riverbera inevitabilmente sull’economia italiana, e il conto, salatissimo, lo pagano i cittadini», dice Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia. Rincara la dose Elvira Savino: «Già il Governo italiano non ha un ministro per la Ue ma solo un sottosegretario, ora si è capito che non può contare nemmeno sul proprio Commissario. Un vero disastro di politica estera del premier Renzi che fa diventare sempre più marginale il nostro Paese in Italia e nel mondo», dice la capogruppo di Forza Italia in Commissione Politiche della Ue alla Camera.

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