“Strade di Belfast”, un libro-reportage nell’Irlanda che non si è mai arresa
Una guerra che non si è mai del tutto sopita. Nel cuore d’Europa. È quella raccontata dal giornalista e fotografo, Fabio Polese, nel suo Strade di Belfast. Tra muri che parlano di sogni e libertà (Eclettica Edizioni), un libro che è «il tentativo di raccontare senza filtri la situazione attuale di una città ancora ribelle».
A Belfast «un passato difficile da dimenticare»
«La situazione si è tranquillizzata, ma in questa terra martoriata da decenni di guerra il passato è difficile da dimenticare e la voglia di libertà è ancora incisa nel cuore di ogni repubblicano irlandese», commenta Polese, che ha al suo attivo reportage in Libano, Kosovo, Belgio, Birmania, Thailandia, Cambogia e Vietnam, realizzati per le maggiori testate nazionali, ed è anche autore di due mostre fotografiche: Kawthoolei, scatti in zone di guerra nella Birmania Orientale e Popoli in lotta e del libro inchiesta Le voci del silenzio. Storie di italiani detenuti all’estero (Eclettica Edizioni).
«Davvero l’Ira non esiste più?»
Strade di Belfast. Tra muri che parlano di sogni e libertà racconta i giorni infuocati del luglio nordirlandese, «quando le parate orangiste provocano la rabbia dei repubblicani», ma fa anche di più: attraverso le immagini, catapulta il lettore al centro degli scontri più accesi, lo accompagna nei gesti familiari della vita quotidiana, lo immerge nei colori accesi dei murales identitari, che scandiscono il perimetro delle roccaforti dei nazionalisti irlandesi. Soprattutto, però, pone un interrogativo che resta di grandissima attualità: dopo oltre 17 anni dal Good Friday Agreement, gli accordi di pace firmati nell’aprile del 1998 dal governo britannico e irlandese e dieci da quando l’Irish republican army ha annunciato l’inizio della distruzione degli armamenti, davvero l’Ira non esiste più? Una domanda che resta aperta e alla quale il lettore può solo cercare di dare una risposta, cercando tra le righe delle numerose testimonianze e delle interviste a ex militanti dell’Ira, raccolte da Polese.