Rivolte in Tunisia, il governo: l’ombra di Al Qaeda sugli scontri nel Paese

22 Gen 2016 14:48 - di Redazione

Non accennano a placarsi in Tunisia le proteste sociali partite dalla città di Kasserine sabato scorso dopo la morte di un giovane disoccupato. Manifestazioni e marce di solidarietà hanno attraversato numerose città del Paese, dal sud al nord: Kairouane, Sidi Bouzid, Regueb Siliana, Zaghouan, Sousse, Kairouan, Kef, El Fahs, Thala, Feriana, fino ad arrivare a Tunisi, dove sono stati dati alle fiamme cassonetti e pneumatici. Il ministero dell’Interno ha deciso di far scattare il coprifuoco (dalle 20 alle 5) su tutto il territorio nazionale. In tutto migliaia di persone sono scese in strada per sostenere le rivendicazioni dei giovani di Kasserine, ovvero diritto al lavoro, maggiori attenzioni e per ricordare la figura di Ridha Yahyaoui, ventottenne morto fulminato durante un sit-in. A tutto questo si unisce la complicazione della possibilità che alcuni jihadisti, che abitualmente si rifugiano sui monti sopra a Kasserine, si possano infiltrare tra la folla dei manifestanti. La rivolta di Kasserine, fa tornare alla mente gli episodi del 2010-11 che innescarono l’insurrezione popolare che portò poi alla cacciata di Ben Alì, mettendo in luce le disattese richieste di uguaglianza sociale e le disparità territoriali della Tunisia, con le zone interne e rurali sfavorite. Il premier Habib Essid, impegnato al World economic forum di Davos, ha deciso di anticipare il rientro in patria per seguire da vicino gli sviluppi della situazione. “L’ultima ondata di proteste è del tutto priva del carattere pacifico e visto la situazione attuale – ha detto il premier – lo Stato adotterà, pur nel rispetto della legge, tutte le misure necessarie per ristabilire l’ordine nel paese”. Secondo il portavoce del ministero dell’Interno i movimenti di protesta che stanno attraversando in questi giorni tutta la Tunisia coincidono con le minacce jihadiste lanciate in rete dall’Aqmi (Al Qaida per il Maghreb islamico) che invitano a schierarsi contro le forze dell’ordine e ad approfittare della situazione.

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