Pd contro Maroni, ma le luci arcobaleno a spese di tutti andavano bene…

24 Gen 2016 8:00 - di Redazione

La decisione di illuminare la facciata del Pirellone con la scritta «Family Day», usando le istituzioni per sostenere un’idea che non è quella di tutti, non è piaciuta a molti, ma soprattutto al Pd. La reazione del suo presidente e commissario romano, Matteo Orfini, è immediata: «Quella di Maroni è una scelta sbagliata», dice. E non è certo l’unico, nel partito, a pensarla cosi. «C’è un dibattito importante in corso nel Paese e nel Parlamento – spiega Orfini – e piegare le istituzioni in questo modo alle proprie posizioni non è una scelta saggia».

Pd compatto nel contrastare la scelta di Maroni di illuminare il pirellone con la scritta “Family day”

Eppure – ricorda “Il Giornale” – quando a «piegare le istituzioni» a posizioni non proprio condivise dai più era uno di loro, come è accaduto quando l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino ha registrato in Campidoglio le nozze celebrate all’estero di 16 coppie gay e lesbiche, tutti zitti. Nessuno, a sinistra, ha avuto nulla da dire. Il solito vecchio vizio della doppia morale. Allora, era ottobre dello scorso anno, si fecero sentire tutti, la Cei definì quella del chirurgo dem una «presunzione arbitraria e inaccettabile», il prefetto Giuseppe Pecoraro su indicazione del ministro Angelino Alfano annullò la trascrizione di alcuni matrimoni, poi intervenne pure la Procura. Insomma, un gran parlare. Ma nessuno del Pd ebbe da ridire qualcosa. Lo stesso Pd ora scatenato contro Maroni, la cui scelta viene letta con altri occhi.

Maroni si difende attaccando il politicamente corretto

«Anche questa volta i soliti professionisti del “politically correct” – replica il presidente della Regione Lombardia sulla sua pagina – non sanno fare altro che sputare odio e intolleranza verso chi ha opinioni diverse dalle loro. Mi fanno pena. Noi andiamo avanti per la nostra strada, che è quella giusta: riconoscere i diritti di tutti, certo, ma tutelare la famiglia naturale garantendole (come noi facciamo in Lombardia) tutti quei diritti che la nostra Costituzione stabilisce all’articolo 29: la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio».

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