Devastarono Milano, schiaffo di Atene: no all’estradizione dei No Expo

8 Gen 2016 15:20 - di Anna Clemente
no expo milano

La Grecia ha negato l’estradizione di due dei cinque anarchici indagati a Milano per le devastazioni “No Expo” del primo maggio. Nei prossimi giorni è attesa la decisione sugli altri tre, ma a questo punto tutto fa pensare che anche per loro il tribunale greco rifiuterà l’estradizione. Con il no all’espatrio decade anche la lieve misura cautelare che Atene aveva disposto dopo l’arresto del 12 novembre richiesto dall’Italia: l’obbligo di firma. Dunque, gli anarchici, considerati dagli inquirenti italiani fra i più agguerriti devastatori No Expo, tornano totalmente liberi.

Sui No Expo dalla Grecia uno “schiaffo” all’Italia

Secondo quanto si è appreso, il no del Tribunale greco potrebbe essere stato determinato da problemi o errori nella traduzione del mandato di arresto europeo, in base al quale l’Italia aveva chiesto l’estradizione, o da dubbi sulle fonti di prova, ma non è escluso che possa aver avuto un peso anche il fatto che la Grecia non prevede il reato di devastazione e saccheggio, che in Italia è punito con pene fino a 15 anni e che Milano ha contestato ai giovani, insieme a quelli di incendio, resistenza a pubblico ufficiale aggravata e travisamento. Per avere chiarezza bisognerà attendere le motivazioni, che saranno pubblicate tra 15 o 20 giorni. Ciò che è certo, per ora, è che è piuttosto raro che uno Stato membro neghi l’estradizione richiesta da un altro Stato membro.

Scarcerati anche due dei quattro anarchici italiani

Le autorità di Atene avevano fin da subito mostrato una certa resistenza alla collaborazione con i colleghi italiani: in seguito alle richieste del tribunale di Milano, infatti, il ministero della Giustizia greco aveva posto una serie di paletti, fra i quali la garanzia che, in caso di condanna, gli anarchici avrebbero scontato la pena nel loro Paese. Lo scorso 10 dicembre, invece, erano stati scarcerati due dei quattro antagonisti italiani arrestati, ai quali il tribunale del Riesame di Milano ha concesso i domiciliari.

 

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