Il danno e la beffa: solo due anni al profugo molestatore di ragazzine

13 Gen 2016 9:54 - di Bianca Conte
profugo molestatore

Due anni: è stato condannato ad appena due anni di reclusione – considerata la riduzione di un terzo della pena per il ricorsoal rito abbreviato – Yaya Krubally, il profugo molestatore che ha aggredito sessualmente una ragazzina di 17 anni lo scorso agosto e che, una volta aperto il processo a suo carico, e diventato il suo caso di dominio pubblico grazie ai media, si è scoperto essere responsabile di almeno altri due gravi atti di molestie a lui ascrivibili, uno dei quali compiuto addirittura lo stesso pomeriggio dell’aggressione alla minorenne che lo ha poi denunciato e portato alla sbarra.

Profugo molestatore condannato solo a 2 anni

L’episodio – riportato con dovizia di inquietanti particolari in un servizio del Mattino di Padova – si è verificato a Veggiano, nel Vicentino. È un afoso pomeriggio estivo, quel 19 agosto, quando l’immigrato – che si è poi rivelato essere un profugo molestatore con il vizietto di agire anche a più riprese nella stessa giornata –, classe 1993. Sbarcato a Lampedusa dopo la traversata del Mediterraneo a bordo di un barcone, e accolto all’hotel Miravalle di Montegalda, è in giro per la provincia veneta in bicicletta. Sul ciglio della strada vede passare una ragazzina, 17 anni appena compiuti. La abborda, le chiede il nome, è immediatamente dopo le si avventa sopra, cominciando a palpeggiarla pesantemente, tentando addirittura di baciarla mentre le si struscia addosso aggressivamente. In qualche modo l’adolescente riesce a divincolarsi e a scappare, ma una volta a casa, la ragazza avverte il padre che, prontamente, si mette alla guida accompagnato dalla figlia in cerca del profugo molestatore. Il quale di lì a poco sarebbe stato riconosciuto dalla giovane mentre si intratteneva tranquillo e contento nel territorio comunale di Montegalda, dove poi i carabinieri – avvertiti dal padre della ragazzina – lo hanno trovato e condotto in una delle celle del carcere di Verona, dove si trova tuttora.

 L’inchiesta si allarga ad altre molestie

E non è ancora tutto: da quanto emerso nel processo a carico di Krubally – culminato in una condanna a dir poco esigua che rischia di trasmettere un messaggio “assolutorio” rispetto a quello che è un crimine odioso e  – si è visto soprattutto nel caso dell’aggressione di massa del Capodanno di Colonia, ma non solo – purtroppo molto diffuso tra gli immigrati approdati in massa nei nostri confini, e insediatisi con tutto il carico di odio sociale e “diversità culturale” in materia di rispetto della donna e di obblighi morali a cui invece dovrebbero ottemperare comunque nei confronti di chi accoglie e ospita. In spregio di tutto, invece, come riportato dal Mattino di Padova, sempre Krubally, invece, quello stesso pomeriggio dell’aggressione inflitta alla ragazzina minorenne, «avrebbe importunato una diciottenne, sempre residente nella zona di Veggiano, che non ha mai presentato denuncia». E non sarebbe ancora tutto: sempre secondo il quotidiano veneto, «il 21 agosto c’è una nuova querela, stavolta firmata da una vicentina (maggiorenne), che si presenta nella stazione dei carabinieri del capoluogo berico: avrebbe riconosciuto lo straniero grazie alle foto publicate sui giornali. Secondo il suo racconto, alcune settimane prima Krubally – registrato con vari alias tra cui Karl Marx,  generalità che aveva indicato come propria il 31 maggio 2015 quando sbarcò a Lampedusa – aveva tentato un approccio sessuale pure con lei, ma era riuscita a respingerlo». Un profugo che si è rivelato insomma un molestatore seriale, che al danno delle aggressioni ora può vantare anche la beffa della “quasi mancata” sanzione (reale).

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