La rivolta dei medici contro il governo: adesione record allo sciopero
Con un’adesione del 75 per cento i medici e i pediatri di tutta italia incrociano le braccia contro il governo Renzi e la gestione del sistema sanitario nazionale. Un’adesione massiccia come poche se ne sono viste da parte dei medici. Anche la Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) aderisce all’astensione dal lavoro. Ambulatori vuoti, camere operatorie desere, uno spettacolo avvilente, mortificante. Solo il governo fa finta di niente. Uno sciopero iniziato all’ospedale San Camillo di Roma con un sit in che ha aceso la miccia in tutto il settore, in tutta italia. A rischio, hanno stimato i sindacati, ci sono due milioni di prestazioni ospedaliere e ambulatoriali. Sono garantite le urgenze, mentre sono interessati dalla protesta tutti i servizi, compresi gli esami di laboratorio: dagli interventi chirurgici (tra i 25 mila e i 40 mila quelli programmati che potrebbero essere rinviati), alle visite specialistiche (190 mila). E ancora 80 mila esami radiografici e 250mila visite pediatriche. «Protestiamo per dire no all’impoverimento della sanità pubblica che è la migliore assicurazione sulla salute dei cittadini», dicono i medici.
La protesta dei pediatri
Renzi è riuscito nel difficile intento di far scioperare anche i pediatri, che per la loro specificità sono quelli più vicino alle sensibilità dei bambini e dei loro genitori. Il disagio è altissimo, per questo Giampietro Chiamenti, presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, ci tiene a chiarire la posizione di chi tutti i giorni si occupa dei bambini: «I temi della manifestazione sono quelli della difesa del diritto alla salute su tutto il territorio. Un bambino che nasce al nord abbia cure uguali a quelli che nascono al centro e al sud». Come dargli torto? Lo dicono le cronache, le morti, la mancanza di una dotazione decente di strumenti di pronto intervento.
Medici specialisti: il sistema è in decomposizione
Afferma Maria Luisa Agneni, responsabile per l’Asl RM/E degli specialisti ambulatoriali. «In questi ultimi anni abbiamo assistito al disinvestimento nella sanità, in primis sugli operatori, con il solo effetto di ridurre cure e servizi di qualità ai cittadini. Come medici specialisti ambulatoriali che lavorano ogni giorno sul territorio, siamo in prima linea nel constatare le difficoltà crescenti per i pazienti e non possiamo più accettare passivamente la decomposizione del nostro servizio sanitario, sempre più assoggettato a logiche economicistiche, in barba ai reali bisogni di salute della popolazione. Sono in ogni caso garantite le emergenze».
Medici di base: rischiamo di diventare come gli Usa
Il segretario nazionale della Fimmg, il sindacato dei medici di famiglia, Giacomo Milillo, lancia l’allarme: «Rischiamo di diventare come erano gli Stati Uniti d’America, perché lì stanno cercando di cambiare, mentre qui rischiamo di tornare indietro». Il rischio «che i cittadini domani si sveglino e scoprano che il Servizio sanitario nazionale non c’è più, e debbano pensare alla loro salute quasi esclusivamente attraverso le proprie risorse economiche o le assicurazioni, è molto vicino».
«Non fatevi prendere in giro dal governo»
Se il ministro Beatrice Lorenzin dichiara di «rispettare la protesta in atto da parte dei medici, d’altro lato tenta una difesa impossibile, affermando che «il governo non è fermo: abbiamo detto basta ai tagli lineari, c’è stato un aumento graduale del fondo sanitario e si è avviata la stagione delle riforme strutturali che permetteranno di reinvestire i risparmi della sanità nel settore stesso». Evidentemente non basta. «Sono solidale con chi sciopera ma dico anche ai medici attenzione, non fatevi prendere in giro dal governo che promette qualche cosa scaricando sulle Regioni promesse che non potranno essere mantenute». Ribatte così il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, interpellato dai cronisti a Palazzo Lombardia sulla protesta indetta da medici, pediatri e veterinari del servizio pubblico.