Renzi si prende anche le Regioni: le guiderà il fedelissimo Bonaccini
Il fedelissimo renziano Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna, è il nuovo presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome: è stato eletto all’unanimità dai governatori. Bonaccini prende il posto di Sergio Chiamparino (voce critica nel Pd contro Renzi), presidente della Regione Piemonte, che si è dimesso il 22 ottobre scorso. Per raccogliere il testimone di Chiamparino, Bonaccini era da settimane indicato come il principale “papabile”. Nonostante il pressing dei colleghi che gli hanno chiesto di ripensarci, Chiamparino anche nei giorni scorsi ha più volte confermato la decisione annunciata e congelata solo in attesa della legge di stabilità. Un passo indietro, aveva spiegato Chiamparino, legato alla situazione finanziaria del Piemonte dopo il disavanzo certificato dalla Corte dei Conti ma anche, secondo voci, da una progressiva distanza che si sarebbe creata con il premier Renzi. Con Bonaccini la presidenza della Conferenza delle Regioni torna targata Emilia Romagna e renziana: Chiamparino era stato eletto il 31 luglio 2014 prima di lui, a presiedere la Conferenza, c’era l’ex presidente dell’Emilia Romagna Vasco Errani. Bonaccini è nato a Modena il 1967. Dal 1999 al 2006 è stato assessore al Comune di Modena con delega ai Lavori pubblici e in precedenza ha ricoperto il ruolo di assessore alle Politiche Giovanili nel comune di Campogalliano. È stato consigliere comunale a Modena dal 2009 al 2010, anno in cui è stato eletto consigliere regionale in Emilia Romagna. Numerosi gli incarichi ricoperti nel Pd nazionale e regionale di cui è segretario regionale.
Da Bersani a Renzi, con grande disinvoltura
Ma soprattutto, dopo aver sostenuto come candidato premier il segretario Pd Pier Luigi Bersani alle primarie del 2012 contro Matteo Renzi, Bonaccini divenne sostenitore di quest’ultimo nelle primarie del 2013 che incoronarono Renzi nuovo segretario nazionale del PD. Dopo la vittoria, il 10 dicembre 2013, fu nominato responsabile nazionale Enti Locali nella segreteria nazionale del Partito Democratico. A seguito delle dimissioni del governatore Vasco Errani (a seguito della condanna penale per falso ideologico nel processo “Terremerse”), e dopo il fallimento di un accordo condiviso e unitario del centrosinistra sul sindaco di Imola Daniele Manca come candidato indicato direttamente dalla dirigenza del partito, decide di correre alle primarie per la scelta del candidato alla guida del palazzo di viale Aldo Moro contro il deputato Pd Matteo Richetti e l’ex sindaco di Forlì Roberto Balzani, determinando così una spaccatura tra i renziani. Il 9 settembre, Richetti si ritirò a sorpresa dalla competizione lasciando campo libero a Bonaccino.